Astensione e sì, il referendum divide i 5 stelle

Lunedì 16 Ottobre 2017
Astensione e sì, il referendum divide i 5 stelle
AUTONOMIA
ROVIGO Il Movimento 5 stelle si divide sul referendum del 22 ottobre. «Nella base sta crescendo lo scontento per una decisione presa non da regolamento, ma con un'assunzione diretta da parte della maggioranza dei consiglieri regionali che si sono pronunciati a favore del sì, ma che rischia solo di creare una subalternità rispetto alla Lega», spiega il consigliere comunale rodigino Ivaldo Vernelli, che sottolinea di parlare a titolo personale a favore dell'astensione, anche se, rimarca, «a livello polesano è una posizione che sulla base di un sondaggio interno fra attivisti e portavoce è risultata ampiamente maggioritaria».
Come conferma anche il capogruppo a Palazzo Nodari Francesco Gennaro: «A settembre si è tenuta una riunione a Vicenza nella quale il tema è stato discusso, ma non votato. Una posizione andava nel segno di non lasciare questo tema solo alla Lega, in modo da poter rivendicare il nostro eventuale contributo in caso di esito positivo, l'altra che bollava il tutto come propaganda furbetta da parte della Lega, rendendolo un tema solo locale e caricandolo di significati indipendentisti e fiscali che nulla hanno a che fare con il quesito che è solo consultivo e riguarda il Regionalismo differenziato. Al nostro interno ci siamo confrontati, anche dopo l'incontro con il professor Michele Di Bari: la posizione per l'astensione è risultata predominante».
LO STRAPPO
Finora tutto era rimasto sotterraneo. «Nessuno vuole creare spaccature - ribadisce Vernelli - né sminuire il valore dello strumento del referendum, ma di fronte a quello che sta accadendo a Roma, sulla legge elettorale, credo che sia ancora più evidente che non si può tacere come, anche strategicamente, schiacciarsi sul sì al referendum sia un errore». Vernelli è così uscito allo scoperto, condividendo un chiaro comunicato sulla propria pagina Facebook, nel quale si definisce il referendum «una grande arma di distrazione di massa, a spese di noi contribuenti», dopo che già a Este era già stato evidenziato il malumore della base attaccando direttamente alcuni esponenti di rilievo, tra cui consiglieri regionali Berti, Scarabel, Baldin e Brusco, e i senatori Endrizzi, Cappelletti, Girotto e D'Incá.

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