Agricoltori e laboratori, la rete illecita dei fanghi `

Lunedì 21 Maggio 2018
Agricoltori e laboratori, la rete illecita dei fanghi `
L'INCHIESTA
ROVIGO Non fertilizzanti, ma rifiuti, perché i fanghi reflui non sarebbero stati debitamente trattati da Coimpo e Abribiofert, e sarebbero stati trasportati e poi utilizzati nella campagna polesana e anche toscana in modo illecito, non per una finalità di concimazione, ma di smaltimento, il tutto grazie anche alla compiacenza di alcuni proprietari terrieri e autotrasportatori, nonché ad analisi chimiche che sarebbero state ritoccate per modificare alcuni parametri, con tre diversi laboratori finiti nell'occhio del ciclone, Chimicambiente di Este, Mcm Ecosistemi di Podenzano nel Piacentino, e Labcontrol di San Martino di Venezze: è questo il cuore dell'accusa al centro dell'inchiesta sui fanghi sporchi, condotta dai carabinieri forestali e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia, che si è formalmente conclusa.
I VERTICI
A 34 persone è stato notificato l'avvio di conclusione indagini, con il quadro complessivo della ricostruzione accusatoria che a questo punto si delinea con chiarezza. Al vertice di tutto, secondo la Dda, vi sarebbero le sei persone già arrestate lo scorso 10 dicembre proprio con l'accusa di traffico illecito di rifiuti: Gianni Pagnin, 67 anni, di Noventa, titolare e rappresentante legale della Coimpo e di fatto anche della Agribiofert; Mauro Luise, 57 anni, adriese, ma residente in Romania, responsabile tecnico dell'impianto di Ca' Emo, ma di fatto socio e cogestore di Coimpo e Agribiofert; le rispettive figlie Alessia Pagnin, 42 anni, e Glenda Luise, 28 anni, amministratrici delegate della Coimpo; Rossano Stocco, 57 anni di Villadose, titolare formale della Agribiofert e Mario Crepaldi, 63 anni, di Adria, dipendente Coimpo, preposto all'organizzazione e gestione dei rifiuti. Per tutti e sei, per questa accusa, stralciata dall'inchiesta principale, si è aperta la strada del patteggiamento, ma quella di traffico illecito di rifiuti non è l'unica accusa che viene mossa loro, visto che nell'ambito dell'intera indagine, sono accusati anche per l'ipotesi di reato di associazione per delinquere per essersi associati tra loro, in tempi diversi, per commettere più delitti, in particolare il traffico illecito di rifiuti e falsità in certificati e registri e comunicazioni.
GLI ALTRI INDAGATI
L'accusa di traffico illecito di rifiuti, in concorso con i sei, viene mossa anche a Daniele Bellettato, 42 anni, di Adria e Francesco Crepaldi, 31 anni di Adria, dipendenti Coimpo, il primo incaricato della movimentazione dei rifiuti all'interno dell'impianto fino al maggio 2016, il secondo della compilazione dei documenti sulla gestione dei rifiuti; Michele Fiore, 42 anni barese, residente a Ferrara, dipendente di Agribiofert, che curava il processo di produzione del fertilizzante e la compilazione dei documenti; Gianfranco Tescaro, 65 anni di Adria, e Giulio Bisco, 47 anni di Adria, entrambi titolari di omonime ditte di trasporti che si occupavano della movimentazione dei fanghi stabilizzati e del fertilizzante da Coimpo e Agribiofert; e Andrea Gattolin, 46 anni, di Este, tecnico e socio della ditta Chimicambiente, che avrebbe redatto periodicamente il piano di monitoraggio e controllo, ma secondo l'accusa senza i riferimenti alle irregolarità, fornendo rapporti di prova funzionali all'illecito smaltimento di rifiuti.
Gattolin, insieme al socio e responsabile del laboratorio di Chimicambiente Carlo Gioachin, 46 anni, di Monselice, deve rispondere anche delle accuse di falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità e di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, per i 15 rapporti di prova emessi dall'otto febbraio 2013 al 15 luglio 2014.
RELAZIONI FALSE
Quest'ultima ipotesi di reato viene contestata anche a Tiziano Bonato, ex sindaco di San Martino di Venezze, chimico di professione e direttore tecnico del laboratorio Labcontrol, che secondo l'accusa della Dda, su istigazione di Mario Crepaldi, avrebbe falsamente attestato nel rapporto di prova del 15 settembre 2015 un valore di azoto pari al 5,3% invece del 6,2% effettivo che era stato precedentemente comunicato, abbassandolo per consentire alla Coimpo di distribuire per ettaro un quantitativo di fango maggiore in base ai limiti sull'azoto.
Sono accusati di falsità ideologica in certificati, in concorso con Gianni e Alessia Pagnin, Rossano Stocco, Glenda Luise e Mario e Francesco Crepaldi, anche Jonhatan Sozzi, perito della Mcm Ecosistemi di Podenzano, che con il contributo di un dipendente, Giorgio Sichel, e del socio della ditta Fabio Cella, dopo aver rilevato nei campioni di correttivo calcico della Agribiofert concentrazioni di mercurio superiori ai limiti, secondo l'accusa avrebbero formato nuovi campioni escludendo le parti più contaminate e aggiunto altre sostanze per alterarne le caratteristiche e firmare nel maggio 2016 un rapporto di prova irregolare.
Francesco Campi
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