Adige, portata d'acqua ridotta a metà

Venerdì 28 Luglio 2017
Adige, portata d'acqua ridotta a metà
Arriva a 170 milioni di euro la conta dei danni provocati in Veneto dalla siccità e tra i territori più colpiti rientra a pieno titolo il Polesine, che nell'agricoltura ha il suo principale settore d'impiego. Un comparto, quello delle coltivazioni, colpito duramente dall'assenza perdurante di precipitazioni che non si registrano in maniera sostanziale da circa otto mesi. Tra ottobre e giugno le piogge sono diminuite del 25% rispetto alla media, segnando punte del 33% nel bacino di Adige e Po. La portata attuale dell'Adige in zona Boara è stata registrata come pari al 53% della media regolare, circa 25-30 metri al secondo, contro gli 80 previsti per il corretto funzionamento della barriera anti-intrusione salina posta in prossimità della foce.
Già predisposti interventi emergenziali in Regione per oltre 7 milioni di euro e pronta la quarta declaratoria di crisi idrica, che protrarrà al 10 agosto lo stato d'emergenza per limitare i prelievi irrigui del 50 per cento nel bacino dell'Adige. A Rovigo le coltivazioni estensive di mais e soia hanno visto i raccolti dimezzati e il granoturco, raccolto precocemente per motivi di forza maggiore, è stato svenduto a 2 euro al quintale e si attesta sui mercati ad un valore diminuito di circa il 10% rispetto al 2016, destinato poi principalmente alla produzione di bioenergia, perché inutilizzabile per alimentare il bestiame. Questo secondo il quadro allarmante presentato dalla direzione agroalimentare del Veneto, che ha anche evidenziato la problematica sempre più in aumento della risalita del cuneo salino, soprattutto nella zona deltizia. Al centro del dibattito in giunta regionale l'uso o, per meglio dire, il cattivo utilizzo dell'acqua accumulata.
«La gestione dell'acqua deve privilegiare gli usi prioritari, quello potabile e quello irriguo, e non il profitto di società che usano la risorsa idrica per scopi diversi e rispondono unicamente agli interessi dei propri azionisti - è a posizione assunta dalla Regione Veneto nel confronto con il ministro per l'Ambiente, Gian Luca Galletti - Appare sempre più urgente preparare un Piano nazionale di soccorso idrico, in particolare per le pianure del Nord, e realizzare importanti infrastrutture che consentano di diversificare gli approvvigionamenti idropotabili, accumulare l'acqua nei periodi piovosi, in particolare nelle zone montane, e ottimizzarne l'uso nei periodi più secchi. Il Veneto ha pronti nel cassetto 80 progetti finanziabili per avviare cantieri di interventi idraulici e di bonifica», hanno dichiarato gli assessori all'Agricoltura, Giuseppe Pan, e ai Fondi comunitari, Federico Caner, invitando il ministro ad intervenire nel fronteggiare le conseguenze delle scarse precipitazioni dell'ultimo inverno e della primavera, unite alle temperature torride di quest'estate.
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Ultimo aggiornamento: 11:50

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