A Falconi la guida del Carroccio

Lunedì 20 Febbraio 2017
A Falconi la guida del Carroccio
I pronostici e gli endorsement illustri erano tutti a suo favore. E, almeno in questo caso, non c'è stata sorpresa dell'ultimo minuto: il nuovo segretario provinciale della Lega Nord è Stefano Falconi, 60 anni, di Rosolina, dal 2014 al 2015 consigliere regionale dopo le dimissioni di Corazzari. Questo il verdetto emerso dalle urne del congresso del Carroccio polesano che si è tenuto ieri mattina all'hotel Cristallo ed al quale hanno partecipato 121 militanti certificati, i Soci ordinari militanti (Som), che devono essere riconosciuti come tali dal consiglio direttivo, sui 138 aventi diritto. L'ex segretario e commissario uscente Tommaso Zerbinati si era augurato che potesse essere un congresso unitario, con una sola lista e un candidato unico, ma così non è stato. Tanto che lui per primo ha parlato con rammarico di un partito ancora troppo diviso.
A contendere la leadership a Falconi, con il quale erano schierati tutti i vertici leghisti, dall'assessore Corazzari a Zerbinati, fino a Bergamin, era Roberto Areggi, segretario della sezione comunale di Rovigo, che aveva l'appoggio degli alfieri del contierismo, cioè quanti non hanno digerito l'espulsione di Antonello Contiero, per anni guida della Lega polesana, espulso proprio il mese scorso, che dopo il fallito golpe per far cadere la segreteria provinciale con le dimissioni in massa che hanno portato alla nomina di Zerbinati come commissario di se stesso, affiancato dal padovano Fausto Dorio, si era proposto lo scorso ottobre come candidato unico alla segreteria. Una presenza, ingombrante quella di Contiero, mentore sia di Cristiano Corazzari, ora assessore regionale, che di Massimo Bergamin, divenuto sindaco di Rovigo e vicesegretario regionale della Lega. Poi, Contiero era stato protagonista delle epurazioni del 2013 e infine è caduto in disgrazia e divenuto oggetto della vendetta consumata fredda dallo stesso Bergamin, che di quelle purghe era rimasto vittima.
Le divisioni interne al partito polesano, però, sono almeno tre. Non è un mistero che Corazzari, sulla linea del presidente Zaia, non sia sulla stessa lunghezza d'onda di Bergamin che, invece, è un fedelissimo di Bitonci. La variabile vecchia guardia, cioè la corrente intestina che si è rispecchiata in Areggi, ha permesso alla contrapposizione fra le due linee regionali di non deflagrare e di allearsi. Da qui all'unità ne passa, anche perché in caso di frattura fra Corazzari e Bergamin, la terza componente può essere decisiva per far pendere l'ago della bilancia dall'una o dall'altra parte. I voti a favore di Falconi sono stati 72, mentre Areggi ha raccolto 47 preferenze. Per quanto riguarda il consiglio direttivo, dei 16 candidati, tre si sono ritirati, compreso Stefano Raule, e i dieci eletti sono: Guglielmo Ferrarese (14 voti), Massimo Bergamin (12), Matteo Bassi (12), Fabrizio Bonin (11), Tommaso Zerbinati (11), Lisa Schibuola (10), Giorgio D'Angelo (9), Orlando Montagnini (9), Davide Fusaro (8), Monica Giordani (7).
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