Vegas: «Boschi mi parlò della vicenda Etruria» L'opposizione: si dimetta `

Venerdì 15 Dicembre 2017
L'AUDIZIONE
dal nostro inviato
ROMA Il presidente della Consob Giuseppe Vegas mette nei guai la sottosegretaria Maria Elena Boschi: «Nell'aprile del 2014 mi venne a parlare a Milano ed espresse preoccupazioni per la fusione tra Popolare Vicenza e Banca Etruria, a suo avviso quell'incorporazione era un danno per la principale industria di Arezzo, l'oro. Le risposi che non eravamo competenti sulle scelte di aggregazione delle banche. Non era pressione, solo l'esposizione di un fatto», dice Vegas alla sua ultima giornata da presidente quando si rende conto di aver fatto esplodere in commissione una bomba.
LA REAZIONE
Subito i commissari, soprattutto i 5stelle, iniziano a incalzare il presidente, ricordando le dichiarazioni in parlamento dell'allora ministro ai rapporti col parlamento col padre nel cda dell'Etruria dal 2011, vice presidente del maggio 2014: «Mai utilizzata la mia carica per risolvere i problemi della banca», finita commissariata all'inizio del 2015. Domande in aula e attacchi fuori che fanno esplodere una tempesta mediatica amplificata anche dall'altra rivelazione di Vegas: «In un'altra occasione, questa volta al suo ministero, mi informò della nomina del padre a vice presidente». La sottosegretaria alla presidenza del Consiglio legge le agenzie e le notizie sui siti e risponde su Facebook: «Fu lui a chiedermi di andare a casa sua. Non ho mentito, mai fatto pressioni».
IL SIPARIETTO
A scatenare una bufera il siparietto tra il commissario Davide Zoggia e Vegas, col deputato veneziano di Mdp che all'inizio la prende alla lontana: «Lei ha ha mai parlato delle banche in crisi con esponenti del governo?». E Vegas che risponde quasi malizioso: «Può essere più preciso? Mi aspettavo questa domanda». Tanto che a qualche commissario sembra una rivelazione preparata, cosa esclusa in serata da Zoggia: «Mai visto né telefonato a Vegas, sono le stesse domande che verranno fatte al governatore Visco e all'ex Ad di Unicredit Ghizzoni quando li sentiremo in audizione. E secondo me dopo queste rivelazioni sarebbe il caso di sentire anche la Boschi».
«Già parlare con un amministratore di una banca per salvarne un'altra è singolare, figurarsi parlare con un arbitro: la Juventus ci ha perso due scudetti avverte il commissario Andrea Augello . Conta anche il momento, se venisse confermato che quella specie di viaggio della speranza la Boschi lo fece nell'aprile del 2014, quando la situazione dell'Etruria era compromessa, sarebbe sbalorditivo».
Lo scambio Vegas-Boschi si dipanò proprio in due incontri person to person (poi ci fu anche un invito a cena a casa dell'ormai ex presidente Consob) tra Roma e Milano, fra aprile e maggio 2014.
NESSUNA PRESSIONE
Ma nessuna pressione, solo una chiacchierata durata anche due ore. Le precisazioni di Vegas non bastano, le opposizioni si scatenano. «Ufficiale: Boschi si è occupata di Banca Etruria. Più di una volta. Contrariamente a quanto detto al Parlamento il 18 dicembre 2015. Maria Elena Boschi ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia» twitta Carlo Sibilia, membro del M5S della Commissione. Il candidato premier dei 5 stelle Luigi Di Maio chiede in un video le sue dimissioni come il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. «Come volevasi dimostrare le bugie hanno le gambe corte. Il ministro Boschi non era estraneo ai fatti di Banca Etruria. Tutt'altro. Ora la Boschi abbia almeno il buon gusto di dimettersi», dichiara in una nota Massimiliano Fedriga, capogruppo alla camera della Lega.
Mentre il Pd fa quadrato attorno al sottosegretario col presidente Matteo Orfini che chiede a Casini di inviare a tutti i commissari il link del famoso intervento di Boschi in Parlamento. «Concludere qua quest'esperienza mi ha dato una gioia particolare», dice con una punta di ironia Vegas al termine di un'audizione sfibrante durata quasi sei ore che ha toccato anche il tema delle mancate comunicazioni tra le autorità. Vegas assolve Banca d'Italia, ricorda che solo nel 2014 si tentò di porre rimedio evidenziando nel prospetto informativo per esempio dell'aumento di Veneto Banca del rischio che si correva a comprare azioni, ampliando poi l'informazione nelle offerte pubbliche del 2016, fallite clamorosamente. Ma ormai il danno era fatto.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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