«Ucciso come un animale»

Elena Guerra, il giorno della morte del fratello Mauro, aveva dichiarato: «Questo è un omicidio, me l'hanno ammazzato come un animale. Non me l'hanno neppure fatto vedere, non sono neppure riuscita a vedere il suo cadavere. L'hanno ammazzato come una lepre, mentre correva a piedi nudi in mezzo ai campi». I famigliari di Guerra non si sono mai arresi e in questi mesi hanno organizzato cortei e incontri per raccontare la storia di Mauro. Il 17 settembre del 2015, giorno in cui Mauro avrebbe dovuto compiere 33 anni, nella villetta di via Roma nel centro abitato della frazione di Carmignano si sono dati appuntamento i parenti del giovane e i suoi amici più intimi. Insieme hanno affisso il cartello Oggi hai 33 anni come Cristo e come lui ti hanno ucciso, ma tu sei e rimarrai sempre nei nostri cuori. E poi nei mesi successivi sono stati innalzati striscione, dove ancora famigliari e conoscenti di Mauro chiedevano giustizia. Mauro Guerra era un volto molto noto nella piccola comunità di Carmignano. Trentadue anni, ex carabiniere ausiliario del Reggimento Paracadutisti, viveva nell'abitazione di famiglia assieme alla madre e alla sorella. Aveva un'ossessione per la forma fisica nonostante i cento chili di peso. Tanto che si stava preparando per un concorso di body building. Ma il giovane, prima di morire, era affetto da una grave forma depressiva che lo portava a perdere progressivamente contatto dalla realtà. Diceva di parlare con Dio e con i quadri. Il 32enne era conosciuto in tutta la provincia come buttafuori. Aveva lavorato in numerose discoteche della Bassa padovana e del veronese. Durante la sua attività di sorveglianza nei locali aveva rimediato anche qualche denuncia. L'ultimo contratto l'aveva strappato al Penthouse di Albignasego, locale noto per gli spogliarelli. Tre anni fa, nel 2014, aveva conseguito la laurea in Economia, ma prima della tragedia non aveva un'occupazione. Proprio la precarietà del suo quadro clinico gli impediva di cercare un lavoro.