Timbrava e poi via amici e palestra invece di lavorare

Giovedì 9 Febbraio 2017
Timbrava e poi via amici e palestra invece di lavorare
Prima il badge che non funzionava. Poi sempre il badge dimenticato a casa. Infine anche l'autocertificazione per giustificare la mancata timbratura del cartellino ed evitare un provvedimento disciplinare. Troppe scuse per non suscitare sospetti. E così l'ufficio personale di Ca' Sugana ha dato incarico al nucleo di polizia giudiziaria della polizia locale di indagare. E i nodi sono venuti al pettine. Gli investigatori hanno accumulato una montagna di prove per accusare di assenze ingiustificate dal posto di lavoro Massimo Michilin, 47 anni, operaio in servizio all'ufficio provveditorato, il settore che si occupa di piccole manutenzioni, di traslochi da un palazzo all'altro del comune o di reperire mobili e arredi custoditi nei magazzini. Ma, negli ultimi mesi, il posto di lavoro pare averlo visto poco. E' da questa estate che Michilin viene tenuto d'occhio. Per dieci volte i vigili si sono appostati nei pressi della macchinetta per timbrare il cartellino posta nella sua sede nell'Area 1 alla fine di via Santa Barbara. E in otto occasioni lo hanno visto estrarre il badge, inserirlo nell'apposita fessura per certificare l'entrata nel magazzino, poi andarsene. Lo hanno pedinato, filmandolo mentre se ne tornava direttamente a casa oppure andava in palestra, a farsi una lampada o semplicemente in giro con gli amici. A volte le sue assenze duravano solo qualche ora. Altre volte tutta la giornata. Dopo l'ultimo episodio lo hanno denunciato all'ufficio personale che ha immediatamente fatto scattare la sospensione dal lavoro. Il suo destino verrà deciso il prossimo 20 febbraio quando dovrà comparire davanti al dirigente del settore risorse umane accompagnato da un avvocato o da un sindacalista. In quell'occasione avrà modo di difendersi. Se ci riuscirà. A oggi sia il sindaco Giovanni Manildo che il dirigente Flavio Elia ammettono che l'ipotesi licenziamento è molto probabile. Michilin poi è recidivo. Nel 2012, quando lavorava come custode degli impianti sportivi comunali, commise lo stesso errore. Quella volta a denunciarlo fu una lettera anonima. Anche in qual caso lo inchiodarono le indagini dei vigili che lo filmarono mentre faceva tranquillamente la spesa durante l'orario di lavoro. Fulvio Zugno, in quegli anni assessore al bilancio e al personale, convinse la giunta a denunciarlo per truffa oltre che a prendere provvedimenti disciplinari durissimi. Michilin alla fine patteggiò pagando però oltre tremila euro di danni d'immagine al Comune oltre a subire sei mesi di sospensione prima di essere riammesso al lavoro. Anche adesso è scattata la denuncia per truffa. La storia, purtroppo per lui, si ripete.

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