Sottosegretario Molteni, sta montando la disobbedienza show dei sindaci di sinistra

Giovedì 3 Gennaio 2019
Sottosegretario Molteni, sta montando la disobbedienza show dei sindaci di sinistra
Sottosegretario Molteni, sta montando la disobbedienza show dei sindaci di sinistra contro la legge sulla sicurezza. Ve lo aspettavate?
«Io sono sorpreso, ma tranquillissimo. E non vedo una grande rivolta in corso. Anche perché questo decreto non è contro i sindaci ma per i sindaci e voluto dai sindaci. Dà loro strumenti e finanziamenti anche contro la criminalità organizzata. Va nella direzione di una sicurezza a tutti i livelli e partecipata. Con i sindaci che diventano protagonisti anche nella lotta al degrado urbano».
E allora perché Orlando, De Magistris, Nardella e altri che si stanno aggiungendo lo contestano e alcuni dicono che non lo applicheranno?
«È evidente che non lo hanno neanche guardato. Se lo leggessero, non troverebbe nulla da contestare».
La protezione umanitaria però viene meno.
«Chi scappa dalle guerre e dalle persecuzioni avrà più diritti. E il numero di queste persone è sempre meno. Non lo dice Matteo Salvini ma i dati delle commissioni territoriali. Viceversa, i furbetti del permesso facile, i finti rifugiati e i falsi profughi, che sono sempre di più, avranno il riconoscimento dei livelli essenziali e stop. L'integrazione verrà garantita a chi è titolare di una protezione e ai minori stranieri non accompagnati. Quest'anno di minori ne sono sbarcati circa 3000, invece dei 15.000 dello scorso anno».
Però il decreto non prevede il taglio dei finanziamenti all'accoglienza?
«C'è la razionalizzazione dei costi e l'ottimizzazione dei servizi che si traduce in un risparmio di un miliardo e mezzo».
Questi soldi risparmiati come li reinvestite?
«In sicurezza, legalità, controllo del territorio. Per esempio finanziando l'assunzione di nuovi organici nelle forze dell'ordine».
E dunque i sindaci di sinistra non hanno letto il decreto?
«Scelgono di non conoscere una legge fatta in favore degli amministratori locali e delle polizie locali».
Non è disumana e criminogena questa legge?
«Al sindaco Orlando, che non la vuole applicare, dico che con questo atteggiamento di chiusura pregiudiziale non fa un dispetto a Salvini ma ai cittadini di Palermo. I quali giudicheranno poi l'operato di Orlando e se davvero lui non applicherà questa legge ne risponderà a loro».
È sulla stessa linea anche de Magistris, che viene dalla magistratura e ha come soprannome Giggino a manetta: questo la stupisce ancora di più?
«Che de Magistris non voglia applicare, per esempio, la norma contro i parcheggiatori abusivi, per i quali è previsto in certi casi anche il carcere, mi sembra una follia».
È una disobbedienza ideologica la loro?
«C'è anche questo. E c'è il non rispetto di una questione basilare: un sindaco deve stare dalla parte dei cittadini e i cittadini vogliono più sicurezza. Le norme non hanno colore politico. Mentre è politico e ideologico il rifiuto di conoscerle e di applicarle. Le faccio un altro esempio. Sulla videosorveglianza, sono disponibili nel decreto 90 milioni di euro per 4 anni. Tre volte di più rispetto alla cifra che c'è stata finora. E chiedo a de Magistris e agli altri: come fate a definire incostituzionale un decreto che garantisce di più la sicurezza, quindi anche la democrazia?».
Gli immigrati vengono esclusi però da una serie di servizi sociali.
«Non è così. La revoca dell'iscrizione anagrafica non è affatto lesiva di diritti».
E se la rivolta dei sindaci si allarga anche fuori dalla sinistra?
«Ma allargarsi a chi? Io nasco amministratore locale e so bene quali sono le esigenze dei sindaci. Contro il decreto, la battaglia è soltanto politica. E' evidente che de Magistris e Orlando stiano cercando di ritagliarsi uno spazio nazionale».
Nardella a Firenze però sulla sicurezza è particolarmente sensibile...
«Ma anche lui non deve aver letto il decreto».
Può entrarci qualcosa in questa disobbedienza dei sindaci il discorso di Mattarella sulla sicurezza?
«Guardi che il presidente questa legge l'ha firmata due volte. E le sue parole sulla sicurezza come bene primario, legato a quello della libertà, sono apprezzabilissime».
Neanche l'opposizione della Chiesa le fa paura?
«Noi dobbiamo rispondere a 60 milioni di cittadini italiani. E le assicuro che ci sono tanti parroci e preti di provincia che, in maniera silenziosa e nell'anonimato, ci chiedono di non mollare. Io sono stato molto legato a monsignor Maggiolini, storico vescovo di Como. Diceva: si può accogliere solo chi si può integrare. Questa è anche la nostra posizione».
La Raggi e gli altri sindaci grillini applicheranno il decreto o immagina problemi anche da parte loro?
«Non penso proprio. I contenuti di questa legge sono nel Contratto, la legge è stata votata in Parlamento e l'abbiamo condivisa passo dopo passo con il ministro Bonafede».
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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