(r.dim.) Per i soci-fondatori di Alitalia, da Cai-Air France fino a Sai-Etihad,

Giovedì 27 Aprile 2017
(r.dim.) Per i soci-fondatori di Alitalia, da Cai-Air France fino a Sai-Etihad, come Intesa Sanpaolo, Atlantia, Immsi (Roberto Colaninno) l'odissea è costata 1,850 miliardi cui devono aggiungersi 1,2 miliardi a carico delle banche. Più di tre miliardi che con l'amministrazione straordinaria vanno in fumo, salvo sperare tra sei mesi di recuperare pochi spiccioli dalla vendita delle rotte e aerei mentre per i 12.500 dipendenti le prospettive di poter seguire gli asset non sono rosee.
C'è poi Generali che due anni fa ha sottoscritto 300 milioni di un bond (Dolce vita) di 375 con scadenza 2022: anche la compagnia resta con la speranza di poter recuperare spiccoli se e quando i commissari riusciranno a vendere gli asset di Fiumicino. E con il credito del Leone, l'onere di Alitalia sale a 3,3 miliardi.
Questa massa di liquidità investita negli ultimi nove anno è fatta solo da risorse private. Se si sommano invece anche i 7,4 miliardi di oneri a carico dello Stato in quel tempo azionista di maggioranza, accumulati da Alitalia dal 1974 al 2007, come ricostruito da R&S Mediobanca, si arriva a un falò di 10,7 miliardi. Nella spedizione italiana, invece, Etihad ha speso (e perso) 870 milioni: 560 al momento dell'ingresso tra equity, acquisto di Loyalties (MilleMiglia) e sei coppie di slot a Londra, 210 milioni del bond convertito a dicembre 2016 quando ha anche messo 100 milioni cash.
Negli anni recenti, le banche hanno sopportato il peso maggiore, a cominciare da Intesa Sanpaolo che sostiene Alitalia dall'agosto 2008 con il progetto Fenice di cui è stato il pivot investendo, 100 milioni di capitale in un aumento di 1,1 miliardi. Unicredit è salito a bordo, invece, a dicembre 2013 nelle pieghe della ricapitalizzazione da 300 milioni, prestando una garanzia fino a 100 milioni di garanzia. A quell'operazione prese parte anche Poste con 75 milioni. L'ammontare complessivo dell'investimento accumulato dalle due grandi banche italiane, secondo quanto risulta al Messaggero, si attesta a circa 1,1 miliardi. Di questa montagna di soldi tra crediti e capitale, circa 600 milioni fanno capo a Intesa Sp e 500 a Unicredit. Almeno il 70% è stato svalutato.
Oggi ci sono in essere prestiti pari a 220 milioni di Intesa Sp e 125 di Unicredit. Per avere il quadro completo dell'impegno degli istituti, bisogna aggiungere i circa 50 milioni di Montepaschi e i 50 della Popolare Sondrio che fanno salire il totale a 1,2 miliardi. Con l'amministrazione straordinaria, tutti questi soldi sono quasi per intero irrecuperabili. Solo dall'agosto 2014 a oggi per l'avventura con Etihad, l'impegno di banche e soci è stato enorme. E' stata varata una manovra complessiva di 1,7 miliardi.
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