Queste elezioni comunali saranno ricordate a lungo a largo del Nazareno. Cerchiate

Lunedì 26 Giugno 2017
Queste elezioni comunali saranno ricordate a lungo a largo del Nazareno. Cerchiate sul calendario del quartier generale del Pd come giorno infausto, se non tragico. Il centrosinistra è letteralmente collassato. Ha perso malamente Genova, storica roccaforte della sinistra: uno smacco doloroso quanto negli anni 90 fu la perdita di Bologna (ricordate Guazzaloca?) e nel 2015 la batosta subita a Venezia. Ed è uscito sconfitto perfino a L'Aquila, città che il turbo-renziano Americo Di Benedetto avrebbe dovuto conquistare senza soffrire. Male, malissimo, anche in Comuni simbolo come Sesto San Giovanni (era chiamata la Stalingrado d'Italia), Pistoia e La Spezia, altre città dipinte per tradizione di rosso. Certo, ci sono state le vittorie a Padova, Lucca e Lecce, Comuni con trascorsi a destra, ma questi successi difficilmente addolciranno la sberla elettorale per Matteo Renzi & C. È quindi soprattutto Sergio Giordani a Padova a salvare l'onore della sinistra, battendo l'ex sindaco leghista Massimo Bitonci. A Belluno, invece, si riconferma il civico (di centrosinistra) Jacopo Massaro che ha vinto agevolmente con il 63% dei consensi.
Di riflesso queste elezioni comunali, che hanno visto la resurrezione delle coalizioni, segnano una clamorosa vittoria del centrodestra. Ma non il centrodestra di marca berlusconiana. Genova, l'ex città rossa dei camalli, è il laboratorio politico del modello-Toti. Traduzione: Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia abbracciati. Anzi, avvinghiati. E bye bye al piano del Cavaliere che vuole gli azzurri ancora distinti e autonomi dal leghista-lepenista Matteo Salvini. Non a caso il nuovo sindaco genovese Marco Bucci (55%) è targato Toti-Salvini, coppia che l'ha accudito e coccolato fino alla vigilia del voto.
Brutte nuove anche per i Cinquestelle. Ma meno brutte rispetto a quelle per Pd e sinistra. Dopo i successi dello scorso anno quando espugnarono Roma e Torino, i grillini erano arrivati al ballottaggio (parlando di città oltre i 15 mila abitanti) soltanto ad Asti, Carrara e Guidonia. Il bilancio è di due vittorie e una sconfitta (Asti). Ma i Cinquestelle devono digerire la vittoria dell'eretico Federico Pizzarotti a Parma, cacciato qualche tempo fa dal MoVimento.
Sulle difficoltà del Pd e dei grillini pesa anche la vittoria schiacciante del Partito dell'Astensione. Alla chiusura dei seggi i votanti sono stati il 46%, ben 12 punti in meno del primo turno. Un record negativo. E dove si è votato di meno, più forti sono le percentuali incassate da Berlusconi & Salvini. La dimostrazione che la proposta politica di una destra unita ha maggiore appeal (anche tra i grillini) di quanto ne abbiano Beppe Grillo o l'ipotetica resurrezione dell'Ulivo.
Se per i Cinquestelle devono aver pesato le brutte performance di Virginia Raggi e Chiara Appendino, a sinistra si paga la litigiosità e (forse) un appannamento della leadership di Renzi. Dopo una scissione, dopo i duelli giornalieri tra Pd e Mdp in Parlamento e i mille scontri sul territorio, gli elettori hanno voltato le spalle ai candidati locali. Il bilancio per Pd e alleati - che non brillano per tradizione nei ballottaggi - è disastroso. Oltre a Genova, La Spezia, L'Aquila, Pistoia, Sesto San Giovanni, lasciano alla destra roccaforti storiche come Carrara (andata ai grillini), Piacenza (la città di Bersani). E perdono praticamente in quasi tutti i Comuni più importanti al voto: Gorizia, Como, Monza, Alessandria, Oristano, Lodi, Asti, Riccione.
A Verona, nella città dell'ex leghista Flavio Tosi, il centrosinistra era stato fatto fuori al primo turno. Il Pd, però, ha scelto di puntare su Patrizia Bisinella (ex leghista pure lei e soprattutto compagna di Tosi) con l'obiettivo di sperimentare l'accordo che il prossimo anno dovrebbe portare il leader di Fare! (già sostenitore del Sì al referendum del 4 dicembre scorso) nel listone targato partito democratico. Ma l'esperimento non è riuscito, il soccorso rosso non ha funzionato: la Bisinella è stata battuta dal candidato del centrodestra Federico Sboarina, indipendente con un passato di assessore in quota Alleanza Nazionale.
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