«Prendetevi le nostre case»: il baratto di Claudio e Bordin

Sabato 17 Dicembre 2016
«Prendetevi le nostre case»: il baratto di Claudio e Bordin
In pochi si sarebbero aspettati che il combattivo ex sindaco di Abano Terme, in carcere dal 23 giugno giorno del suo arresto, si arrendesse alla legge. Luca Claudio dalla cella della casa circondariale Due Palazzi ha sempre urlato la sua innocenza, ma ieri davanti al Gup Tecla Cesaro, difeso dagli avvocati Ferdinando Bonon e Giovanni Caruso, ha chiesto di patteggiate quattro anni e di offrire come risarcimento danni quattro dei suoi appartamenti in seno alla società RLS in accordo con il pubblico ministero. Lo stesso ha fatto Massimo Bordin, braccio destro dell'ex re delle terme che ha chiesto di patteggiare tre anni e due mesi e come risarcimento ha offerto due case. In totale dei 22 imputati nella Tangentopoli delle terme undici (compresi Claudio e Bordin) hanno chiesto di patteggiare, tre la messa in prova ai servizi sociali, sei il processo e due di uscire indenni. Tutti sono accusati a vario titolo di induzione indebita, riciclaggio, turbata libertà degli incanti e corruzione in atti d'ufficio. Inoltre i comuni di Montegrotto, che ha stimato il danno subito in un milione e 300 mila euro, e di Abano hanno chiesto il sequestro conservativo dei beni di Claudio e Bordin, mentre il sostituto procuratore Federica Baccaglini, titolare delle indagini, ha chiesto il sequestro preventivo dei beni dell'ex sindaco di Abano Terme. Considerando due aspetti: la restituzione del denaro intascato con le tangenti e il fatto che Claudio è proprietario di troppi immobili in proporzione a guanto guadagnava in un anno come amministratore pubblico. Di fatto il pm ha applicato, in quest'ultimo caso, la stessa legge utilizzata contro i mafiosi.
Secondo l'accusa Luca Claudio, prima sindaco di Montegrotto e poi di Abano, in otto lunghi anni dal 2008 al 2016 ha intascato mazzette dagli imprenditori per oltre 500 mila euro. Una fortuna racimolata con la collaborazione, ancora secondo l'accusa, dell'ex vice sindaco di Abano Massimo Bordin, dell'ex assessore all'ambiente del comune di Montegrotto Ivano Marcolongo e di Massimo Trevisan considerato il faccendiere. Tutto è iniziato con una bustarella messa in mano all'ex assessore Marcolongo da parte dell'imprenditore Paolo Tomasini. Da qui, il 13 aprile dell'anno scorso, sono scattate le indagini della Guardia di Finanza. Claudio, secondo la tesi accusatoria, chiedeva agli uomini d'affari per poter lavorare nei comuni dove è stato il re, Montegrotto e Abano, dal 10 al venti per cento delle fatture emesse. La bustarella più grossa, 182 mila euro, l'ha intascata attraverso i titolari delle aziende Guerrato Spa e Marco Polo Spa in merito a opere relative a impianti di illuminazione pubblica nel comune di Montegrotto Terme tra il 2011 e il 2012. Ma Luca Claudio per l'accusa aveva espanso il suo impero su più settori. L'ex sindaco, con l'aiuto in particolare di Massimo Bordin, aveva iniziato per prima con il verde pubblico del comune di Montegrotto. Poi ha iniziato a diventare sempre più raffinato e astuto, spostando i suoi affari sul mattone e per fare vincere gli appalti a chi lo aveva ringraziato attraverso una mazzetta, si serviva di Patrizio Greggio dirigente dell'ufficio tecnico del comune di Abano capace, ancora per l'accusa, di turbare le gara d'appalto come nel giugno del 2013 quando è stata favorita la Ayes Spa per la ristrutturazione del vecchio sistema di pannelli luminosi di indirizzamento per i turisti agli alberghi della città termale.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci