Piazza: «Modello Silea»

Domenica 23 Luglio 2017
Piazza: «Modello Silea»
TREVISO - (zan) Un ipermercato con annessa galleria di negozi, grandi poli di vendita di articoli sportivi, bricolage, scarpe, i locali di alcune grandi catene del fast food e della ristorazione. E altri sono destinate ad aggiungersi. L'area attorno al casello di Silea ha conosciuto, negli ultimi anni, un proliferare di grandi superfici commerciali con pochi eguali nella Marca, facendo del comune della cintura urbana uno dei territori a più alta concentrazione di questo tipo di strutture. Posti di lavoro, movimento (e, perché no, anche risorse aggiuntive per le casse comunali).
Ma la nuova area ha impattato anche sul commercio del centro urbano del comune? «No risponde Silvano Piazza, vicesindaco da un paio di mesi e sindaco nei dieci anni precedenti, proprio quando sono partiti i nuovi insediamenti - perché la fotografia del centro è esattamente la stessa di quindici anni fa. Anzi, negli ultimi anni hanno aperto 5 o 6 nuove attività». L'attuale situazione, precisa comunque Piazza, è il frutto di una pianificazione impostata già prima della sua amministrazione. E peraltro, deriva da una vocazione del territorio: alla congiunzione, appunto, dell'uscita autostradale, della Treviso-Mare e di altre direttrici, in posizione centrale e strategica rispetto a un ampio bacino. Altro discorso, è stata la mancanza di un coordinamento a più alto livello per evitare il sorgere di altri centri commerciali in zone con minor potenzialità.
Per questo, secondo Piazza, la questione deve essere governata ad ampio raggio: «La scommessa ora è una Grande Treviso, in cui coordinare le strategie in una scala più vasta. Finora le passate amministrazioni leghiste di Treviso non hanno accettato, ma serve un tavolo dove i Comuni dialoghino con una logica condivisa, non più con centro contro periferia. Al di là dei tanti studi elaborati in materia, in questo momento storico, servono gli Stati generali per avviare una programmazione condivisa». Ma Piazza guarda anche più oltre: «Spesso si dimentica che le grandi superfici di vendita sono autorizzate dalla Regione. La conformazione che vediamo oggi ha responsabilità precise. Basterebbe una moratoria per cinque anni delle strutture sopra i 2.500 metri quadrati e gli insediamenti dovrebbero fermarsi».

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