Migranti, Msf ferma i soccorsi: «Adesso è troppo pericoloso»

Domenica 13 Agosto 2017
La partita è delicata e dagli esiti incerti. Anche perché le organizzazioni umanitarie che hanno sottoscritto il nuovo Codice di condotta voluto dal ministro degli Interni Marco Minniti ma - dopo qualche tensione - ora sostenuto da tutto il governo, chiedono proprio all'Italia e all'Europa chiarimenti e garanzie. Ieri, dopo la iniziale presa di posizione da parte di Msf - che nel pomeriggio ha annunciato lo stop per la sua Vos Prudence - anche Save the Children ha fatto sapere che la sua Vos Hestia non riprenderà il mare finché non sarà chiarito proprio dal Mrcc italiano come debba essere interpretato l'annuncio della Libia che tre giorni fa ha minacciato conseguenze per le organizzazioni umanitarie che decideranno di superare il limite delle 97 miglia marine dalle sue coste (circa 180 chilometri). Il comunicato delle autorità tripoline spiega il governo di al Serraj ha «istituito ufficialmente una zona di ricerca e salvataggio (SaR) nella quale nessuna nave straniera avrà il diritto di accedere salvo una richiesta espressa alle autorità libiche». Posto che la richiesta di restituire il controllo dell'area Sar alla Libia deve essere autorizzata dalle autorità internazionali e che in ogni caso il soccorso non può essere vietato o osteggiato, alcune organizzazioni ora hanno paura.
La prima ad annunciare il passo indietro è stata Medici senza frontiere, da giorni in polemica anche con il governo italiano e decisa a non firmare il Codice di condotta del Viminale. La Prudence, la più grande nave umanitaria che attualmente attraversa il mediterraneo, interrompe le operazioni anche in seguito all'annuncio libico, ha detto il presidente Loris De Filippi: «Subito dopo l'annuncio della Marina Libica di istituire una zona Sar - spiega Msf - il Centro di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc) di Roma, ci ha allertato di un rischio sicurezza legato alle minacce pubbliche dalla Guardia Costiera libica». Nel pomeriggio, anche Save the Children ha annunciato che prima di riprendere il mare chiederà chiarimenti: «Stiamo monitorando le eventuali conseguenze sull'operatività e sulla sicurezza delle attività», hanno spiegato con una nota. A preoccupare le organizzazioni umanitarie anche il caso dell'aggressione in mare subita dalla nave di Proactiva Open Arms alcuni giorni fa, proprio dalla Guardia costiera libica (anche se l'organizzazione spagnola sta preparando una nuova missione e, per il momento, dice di non temere le minacce). Se informalmente i ministeri competenti per l'Italia frenano sull'esitenza di pericoli concreti, la Guardia costiera non si è ancora sbilanciata ufficialmente nel dare indicazioni. Proprio due giorni fa, era arrivata l'ultima firma sul Codice di comportamento. Quella di Sos Mediterranee che ha però ottenuto un Addendum in cui si specifica che la polizia giudiziaria a bordo delle navi sarà armata solo su esplicito ordine della magistratura. Il documento è anche più morbido, almeno nella forma, sul tema dei trasbordi: «Resta inteso - si legge - che il presente codice di condotta non implica una limitazione della pratica dei trasbordi effettuati sotto il coordinamento esclusivo del Mrcc di Roma».
Intanto, prosegue l'inchiesta della procura di Trapani sui contatti tra i volontari della Jugend Rettet e i trafficanti libici. Sono stati iscritti al registro degli indagati, due comandanti della Juventa, Jakob Shroter e Jonas Buya, e un marinaio. Sono tutti accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci