«Linguaggio da epurazione, ai ministri spetta dare gli indirizzi ma non gestire»

Lunedì 16 Luglio 2018
«Linguaggio da epurazione, ai ministri spetta dare gli indirizzi ma non gestire»
ROMA È un linguaggio che alle orecchie di Sabino Cassese non suona bene, perché ricorda «epurazioni e purghe». Secondo il professore di diritto amministrativo, giudice emerito della Corte Costituzionale, le dichiarazioni che arrivano in questi giorni dal rappresentanti del governo - dirette ai vertici dell'apparato burocratico - vanno ben al di là delle fisiologiche esigenze di ricambio che possono accompagnare l'avvento di una nuova maggioranza.
E Cassese conferma anche il proprio giudizio negativo sul meccanismo legislativo (il cosiddetto spoils system) che permette di sostituire gli altissimi dirigenti della macchina pubblica entro 90 giorni dall'insediamento di un esecutivo. Un meccanismo di cui l'attuale governo sta facendo «largo uso»
Professore, quali sono o dovrebbero essere i rapporti normali tra politica e alta burocrazia nel nostro contesto costituzionale?
«La Costituzione stabilisce che la burocrazia è imparziale e ne sottopone l'attività alla legge. Con la legge la politica stabilisce gli obiettivi dell'amministrazione. Più all'interno, dal 1992 le leggi dispongono che il livello di governo indirizzi e controlli, mentre la gestione è rimessa alla burocrazia. Purtroppo, spesso le leggi esondano, lasciando poca discrezionalità all'amministrazione e il livello di governo confonde indirizzo e ordine (mentre, dall'altra parte, non controlla). Insomma un rapporto difficile, sul quale si è innestata la infelice introduzione dello spoils system, che rendendo precarie le figure di vertice, le ha messe nelle mani del livello di governo».
Per quali figure può prevalere l'esigenza di un rapporto fiduciario con il ministro di turno e quali invece hanno un ruolo più neutrale?
«Il rapporto fiduciario è limitato agli uffici di diretta collaborazione, cioè ai gabinetti. Se si esigesse un rapporto fiduciario con il vertice amministrativo, questo perderebbe il carattere dell'imparzialità. Dunque, solo capi di gabinetto e di uffici legislativi e loro collaboratori debbono godere della fiducia dei ministri».
Come è stato applicato nel nostro Paese il meccanismo dello spoils system?
«In forme diverse. Molti governi ne hanno fatto una applicazione limitata. Altri ne hanno abusato, Nessuno ha avuto il coraggio di sopprimerlo. L'attuale governo ne sta facendo largo uso».
Un governo che si presenta come di cambiamento deve necessariamente procedere ad un'ampia e radicale sostituzione dei vertici amministrativi di enti e ministeri?
«Al cambiare dei governi possono cambiare le politiche, non vanno cambiati gli uomini. La funzione pubblica, i titolari degli uffici, sono neutrali, e debbono agire secondo quanto dettano le leggi, e rispettando gli indirizzi governativi. Il fatto è che sono pochi i ministri che dettano gli indirizzi, perché non sanno farlo, preferiscono non legarsi le mani, agire di volta in volta, secondo le circostanze, dando ordini, non indirizzi».
Come giudica le prese di posizioni da parte di ministri su alti dirigenti ancora in carica, come quelle che si sentono in questi giorni?
«Frasi come quelle dei due vice presidenti del consiglio sono da giudicare negativamente. Uno, il ministro dell'Interno, ha dichiarato minacciosamente il 3 luglio: Ma ci sarà tanto da cambiare anche in questi apparati pubblici. Lo stesso, l'11 luglio: Non ho capito se dietro la sua presa di posizione (del ministro della difesa) ci sono le strategie dei militari, di qualche ammiraglio della Marina e magari anche della Guardia Costiera, che è di competenza delle Infrastrutture... Io comunque vado avanti e non mi faccio condizionare dalle strutture. L'altro vice presidente del Consiglio dei ministri, nonché ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, il 13 luglio, ha detto: Se anche uno solo dei funzionari italiani che rappresentano l'Italia all'estero continuerà a difendere trattati scellerati come il Ceta, sarà rimosso. Lo stesso, il giorno dopo, ha dichiarato che intende togliere dai posti chiave chi mira a ledere l'operato di governo e M5S. Strano linguaggio da epurazioni o purghe, in bocca di chi vorrebbe difendere la dignità del lavoro».
Luca Cifoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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