LE OPERE
dal nostro inviato
VICENZA Visto dalla Fiera di Vicenza, il Veneto

Venerdì 13 Ottobre 2017
LE OPERE
dal nostro inviato
VICENZA Visto dalla Fiera di Vicenza, il Veneto è una locomotiva che può davvero riprendere a correre. Sui binari dell'Alta velocità, ma anche sull'asfalto di Pedemontana e Valdastico Nord, nonché sulla laguna solcata dal Mose e dalle Grandi Navi. Annunci miliardari in questo senso sono arrivati ieri, dagli ospiti dell'assemblea nazionale di Anci, in materia di infrastrutture e trasporti.
IL GOVERNO
Dal ministro di comparto Graziano Delrio il punto sui principali dossier accatastati sul tavolo del governo. Semaforo verde per la Pedemontana: «Abbiamo dato alla Regione il nostro contributo, le siamo stati vicini e ha trovato una soluzione, quindi si va avanti. Mi pare che nel rispetto delle reciproche competenze ognuno abbia fatto la sua parte». Acceleratore premuto anche per la Valdastico Nord: «Direi che la questione, che era stata bloccata due anni e mezzo fa, ora è definitivamente risolta. Adesso i tecnici stanno progettando la parte esecutiva del tratto veneto e stanno studiando il corridoio di fattibilità con la Provincia autonoma di Trento sulla parte trentina. Quindi le cose vanno avanti, abbiamo avuto una riunione con l'autostrada anche l'altro ieri». Avanti tutta pure sul Mose: «Ho sempre detto che le opere vanno completate e quindi abbiamo stanziato le risorse per il suo completamento. Sono risorse già disponibili, già stanziate nel decreto ultimo firmato dal presidente del Consiglio su mia proposta. Abbiamo quindi dato garanzia che l'opera si completa. Adesso stiamo affrontando con i commissari il tema della manutenzione del sistema di dighe mobili, perché è una grande opera anche il fatto di far funzionare e far manutenere il Mose, quindi stiamo ragionando sullo strumento più idoneo». Novità in vista per le Grandi Navi: «Ne parleremo la settimana prossima». Domanda: dunque comitatone prima delle elezioni? Risposta: «Molto prima».
All'indomani delle parole di Sergio Mattarella sulla «priorità della Repubblica» costituita dalla manutenzione di scuole e strade, in capo alle Province rimaste senza soldi dopo la riforma che porta proprio il cognome di Delrio, il ministro ha assicurato di voler cogliere il monito del capo dello Stato: «Sono qui per rendere conto di un piano di investimenti mai visto prima nella storia della Repubblica, sul trasporto pubblico locale, sulle metropolitane, sulle ferrovie regionali, sul rinnovo del parco autobus, perché davvero siamo di fronte ad una svolta epocale. Le risorse ci sono tutte e sono tantissime, adesso abbiamo solo il problema di correre per spenderle». Nel dettaglio: «C'è un piano per la sostituzione degli autobus e dei treni con risorse statali e regionali da 10 miliardi e un altro piano per le metropolitane da ulteriori 10 miliardi». Soldi per i veicoli ma pure per gli utenti. «L'anno scorso sono stato sconfitto ha autoironizzato Delrio ma quest'anno torno alla carica. Nella legge di Stabilità vi devono essere agevolazioni fiscali per chi fa l'abbonamento ai mezzi pubblici e per chi ha tanti figli. Con poco più di 70 milioni di euro daremo agevolazioni fiscali sugli abbonamenti ai trasporti locali per oltre 2 milioni di cittadini».
LE FERROVIE
A proposito di pendolari e viaggiatori, per l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato la visita in Veneto è stata l'occasione per ribadire l'impegno sulla sicurezza nei convogli («telecamere su tutte le nuove carrozze e triplicazione dei monitor») e per stilare il cronoprogramma dell'Alta velocità. «Il gruppo Fs ha affermato Renato Mazzoncini sta andando avanti con i lavori necessari per completare il collegamento fra Milano e Venezia, che non è ancora presente nella tratta fra Brescia e Padova. Tra la fine di quest'anno e i primi mesi del prossimo partiranno i cantieri della Brescia-Verona ed entro ottobre avremo il Cipe sulla Verona-Padova, quindi direi che anche lì l'obiettivo è che i cantieri si aprano nel 2018, tanto che il progetto sarà pronto a brevissimo. Il Padova-Mestre è già costruito, nel senso che è già ad alta velocità. Da Venezia a Trieste, poi, il progetto è stato ridefinito con 1,8 miliardi per una velocizzazione della linea a 200 chilometri all'ora, e non a 300, in modo da permettere una riduzione sia dell'investimento che soprattutto dei tempi». Rassicurazioni sui fondi a disposizione pet il completamento dell'infrastrutturazione ferroviaria. «Sui finanziamenti non abbiamo problemi di timing, perché andranno di pari passo all'avanzamento dell'opera e non vediamo criticità». Una puntualizzazione che probabilmente non piacerà molto ad Enrico Marchi, numero uno di Save, ha infine riguardato la stazione principale dell'Alta velocità nell'area di Venezia: «Mestre, non il Marco Polo. Lo scalo attuale è già di per sé lo snodo cruciale, considerato il numero di binari. Naturalmente lavoreremo al progetto di un anello per raggiungere l'aeroporto, ma a percorrerlo potranno esserlo al massimo le Frecce, come accade per Fiumicino, non treni ad alta velocità».
A.Pe.
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