LE CONSEGUENZE
STRASBURGO Ora i rischi di una Brexit senza accordo diventano

Mercoledì 16 Gennaio 2019
LE CONSEGUENZE
STRASBURGO Ora i rischi di una Brexit senza accordo diventano più seri. Palpabili. Tanto che il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha reagito immediatamente dopo il voto della Camera dei Comuni con due messaggi entrambi rivolti a Londra. Il primo è che «il Regno Unito deve chiarire le sue intenzioni il più presto possibile». Il secondo messaggio è che ora «il rischio di un ritiro disordinato del Regno Unito dall'Unione europea è aumentato». Ne deriva una conseguenza, la sola possibile al momento per i Ventisette Stati membri: accelerare e rafforzare la preparazione al no deal, alla Brexit senza accordo. Che per il Regno Unito sarebbe una Brexit alla cieca, posizione nella quale l'Unione europea non vuole certo trovarsi. Il vicecancelliere tedesco Olaf Scholz parla di «un giorno amaro per l'Europa: siamo pronti, ma una Brexit dura' è la peggiore di tutte le possibilità per la Ue ma soprattutto per il Regno Unito».
Delusione, dunque, ma anche una mezza apertura a una discussione con Londra. Il negoziatore Ue Michel Barnier ha dichiarato ai giornalisti a Strasburgo che «i Ventisette sono uniti e determinati a trovare un accordo». Non ha fornito i dettagli di questa apertura, ma in via preliminare sta a Londra chiarire che cosa vuole. Stamattina alle 8,30 Barnier affronta la discussione all'Europarlamento sulla nuova situazione della Brexit e dalle sue parole si capirà quali saranno nel dettaglio le prossime mosse europee. Lo stesso presidente dell'Unione europea Donald Tusk ha evocato la necessità di una soluzione con un breve tweet: «Se un accordo è impossibile e dato che nessuno vuole un non-accordo, allora chi alla fine avrà il coraggio di dire qual è la sola soluzione positiva?». Non è chiaro a che cosa alluda. Secondo alcuni anche al ritiro della decisione di uscire dalla Ue da parte dei britannici. Questa è una possibilità che Londra ha fino al secondo prima dell'inizio dell'ultimo giorno di marzo. Decisione che può essere presa senza un accordo con i Ventisette, come ha spiegato in punti di diritto la Corte europea di giustizia.
STERLINA RAFFORZATA
Il fatto che la sterlina si sia rafforzata dopo la bocciatura dell'accordo realizzato da Theresa May indica che i mercati scommetterebbero su una soluzione del genere (quotava 1,2704 dollari prima del voto della Camera dei Comuni ed è salita a 1,2830 dopo il voto e l'intervento di May). È presto per farsi un'idea più precisa dal momento che ora a Londra tutto è aperto. Lo scenario di una rinuncia alla Brexit appare attualmente difficile e implicherebbe un nuovo referendum.
La bocciatura di Theresa May è un colpo micidiale al castello' di compromessi costruito in tutti questi mesi. Inutilmente. Crollato sulla questione irlandese, vero specchio del contrasto tra Ue e Regno Unito. La tensione è fortissima. Juncker si è dichiarato deluso per la scelta dei parlamentari britannici e ha annunciato anche che «da parte europea il processo di ratifica dell'accordo di ritiro dalla Ue». Poi ha difeso l'accordo Ue-Regno Unito appena bocciato a Londra: «È un equo compromesso e il miglior risultato possibile: riduce il danno provocato dalla Brexit per i cittadini e il business in Europa, è la sola via per assicurare un ritiro ordinato del Regno Unito dall'Unione europea». Tradotto: non c'è altro per Londra al di là di quanto definito in quell'accordo. La Commissione, che parla di fatto a nome dei Ventisette, indica dunque che o si torna indietro sulla scelta della Brexit o a Londra si trova il modo di far passare l'accordo sul tavolo o la Brexit sarà senza accordo. Cioè dura', soprattutto per i britannici.
Juncker ha ricordato che da parte della Ue ci sono state «creatività e flessibilità, e ancora buona volontà offrendo ulteriori chiarificazioni e riassicurazioni in uno scambio di lettere con la premier May». Tutto inutile. In questi ultimi giorni si è parlato spesso di un rinvio della data della Brexit (fine marzo), ma i Ventisette hanno ampiamente indicato che questa potrebbe essere di poco tempo dal momento che non si vuole un accavallamento con le elezioni per il nuovo Parlamento europeo, programmate a fine maggio. Si è parlato di un mese. Ma, questa la linea Ue, solo per dare tempo a Londra di chiarirsi le idee. Non per riaprire un negoziato.
Antonio Pollio Salimbeni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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