LA STRATEGIA
ROMA La moltitudine in piazza. I muscoli della piazza. La piazza

Venerdì 7 Dicembre 2018
LA STRATEGIA
ROMA La moltitudine in piazza. I muscoli della piazza. La piazza come sondaggione per dimostrare a tutti, ma in particolare ai 5 stelle, quanto gli equilibri di forza sono cambiati e ancora di più dovranno cambiare tra i partner del Contratto. La cui riscrittura avrà in Piazza del Popolo una sorta di prima bozza, nella quale - secondo Matteo Salvini - i grillini che avevano di più avranno di meno, a tutto vantaggio della Lega. Insomma il leader del Carroccio punta assai sulla manifestazione di domani - «Mi spetto 100mila persone» - e l'importanza strategica che Salvini attribuisce a questo evento si salda alla seconda iniziativa di questo week end di passione deciso dal vicepremier. Ovvero il suo incontro, domenica, con gli imprenditori Sì Tav - Confindustria, Confcommercio e gli altri che hanno manifestato a Torino più i piccoli a cui «apro le porte del Viminale, rinunciando a stare con i miei figli» - e si tratta di tutto quel mondo sviluppista, del Nord ma non solo del Nord, insofferente verso il grillismo considerato palla al piede per le sorti dell'Italia. Se Salvini finora era stato tiepido, se non sferzante con alcuni di loro (cioè con Vincenzo Boccia) e la sua esigenza di equilibrio con i 5 stelle lo rendeva evasivo sulle infrastrutture e silenzioso sul Decreto Dignità, ora la strategia è cambiata. E l'uno due, da parte di Salvini, somiglia a una tenaglia a danno di M5S: c'è la lama che viene dal basso, cioè dal «bagno di popolo» in piazza, e quella che viene dall'alto, cioè la nuova tessitura con il cosiddetto partito del Pil agli occhi del quale il Contratto è una palude da cui liberarsi. E subito, la svolta del vicepremier nei confronti dei ceti produttivi ha trovato il plauso del governatore leghista Zaia: «Bel segnale da parte di Salvini».
Intanto il palco a Piazza del Popolo è già pronto, con il tricolore e la scritta: «Italia rialza la testa». Anche rispetto alle politiche grilline. E se le manifestazioni sono spesso sterili sfogatoi, stavolta l'uso che ne fa Salvini vale quanto una super-verifica di governo e come un avvertimento che nulla più sarà come prima.
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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