La Russia rimane uno dei crocevia diplomatici del dialogo sulla Libia. Con due ore

Domenica 13 Agosto 2017
La Russia rimane uno dei crocevia diplomatici del dialogo sulla Libia. Con due ore
La Russia rimane uno dei crocevia diplomatici del dialogo sulla Libia. Con due ore di ritardo sul programma della vigilia è giunto ieri a Mosca il generale Khalifa Haftar, leader del Parlamento di Tobruk, che domani incontrerà il ministro degli Esteri federale, Serghej Lavrov, e forse qualche alto responsabile della Difesa. «Noi parliamo con tutte le parti in conflitto ha spiegato Lev Dengov, capo del Gruppo di contatto di Mosca sulla Libia . Il nostro obiettivo è il raggiungimento della pace».
Anche il premier Fayez al-Sarraj il cui governo, con sede a Tripoli, è riconosciuto dall'Onu e dalla comunità internazionale è stato in passato in Russia. «Da più di due anni ha precisato Dengov abbiamo con lui contatti. Abbiamo ottimi rapporti». Non sono del tutto chiari gli obiettivi della visita del generale Haftar che, qualche giorno fa, ha accusato il premier Sarraj e l'Italia di violare gli accordi per la soluzione pacifica della crisi libica dopo che, su richiesta di Tripoli, sono state inviate navi militari della nostra Marina nelle acque del Paese africano per contrastare l'immigrazione illegale.
Da quanto finora appare si è fatto un passo indietro rispetto all'incontro di fine luglio a Parigi tra Haftar e Sarraj, organizzato dal capo dell'Eliseo Emmanuel Macron, quando i due si accordarono per una tregua e lo svolgimento di elezioni presidenziali.
La Russia non ha mai nascosto le sue simpatie per il leader della Cirenaica. Geopoliticamente parlando, il presidente Vladimir Putin è legato al mondo diviso in sfere di influenza controllate da uomini forti. Ecco perché in Egitto sta con il generale Al-Sisi ed in Libia con il generale Haftar, che, ad inizio anno, è stato persino fatto salire a bordo della portaerei della Flotta russa in navigazione nel Mediterraneo. E non si tratta solo di una questione di affari, come qualcuno potrebbe credere. Gli errori passati giocano qui il loro ruolo. Putin rimase scioccato dalla notizia dell'uccisione di Muammar Gheddafi ed ha ancora rabbia per il mancato veto russo all'Onu all'intervento della coalizione internazionale nel 2011. Ma allora il presidente era Dmitrij Medvedev.
Probabilmente il generale Haftar intende consultarsi con i russi e capire le loro intenzioni. Qui il tourbillon petrolioarmisoldi ha un peso rilevante nello scambio di favori. In febbraio la compagnia Rosneft ha firmato un accordo di cooperazione con la compagnia nazionale petrolifera libica Noc (National oil corporation). Sul terreno poi, ha affermato l'autorevole specialista Pavel Felgenhauer, sono stati dispiegati contractor russi sotto il diretto comando di Haftar. Evento questo negato ufficialmente da Mosca. «Non prendiamo la parte di nessuno in questo conflitto e non vogliamo armare nessuno a danno di nessun altro: ci piacerebbe anzi che le posizioni fossero in equilibro», ha precisato Dengov. Il piano di pace non è comunque l'unico tema che Haftar discuterà nel corso delle sue riunioni: sul tavolo fanno sapere dal ministero degli Esteri russo ci sono anche la «sicurezza nazionale», «il contrasto ai gruppi terroristici» che hanno tentato d'infiltrare il Paese e la questione del «flusso dei migranti verso Europa e Asia» attraverso la Libia.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci