La polizia lo blocca subito dopo la scuola Sotto torchio confessa: «Sono stato io»

Venerdì 24 Marzo 2017
TREVISO - (R.O.) Un delitto d'impeto. Un raptus durato un paio di minuti, durante i quali il 19enne Mihail Savciuc, studente moldavo di Godega, avrebbe prima strangolato, fino a farle perdere i sensi, la connazionale ed ex fidanzata Irina Bacal, 20 anni.
È la ricostruzione dell'agghiacciante omicidio, confessato dal 19enne, che si è consumato in un bosco nella campagna di Formeniga, a Vittorio Veneto. Un delitto brutale che Savciuc, assistito dall'avvocato Daniele Panico, ha improvvisamente ammesso. Mihail è stato intercettato mercoledì subito dopo la scuola dagli agenti. Si trovava sotto il fuoco di fila delle domande degli investigatori della polizia, coordinati dal pm Mara De Donà, quando avrebbe improvvisamente abbassato la testa. Un segno di resa. «Sì l'ho uccisa io domenica», avrebbe sussurrato. Il 19enne, sotto choc e quasi stordito dal dolore, è apparso distrutto, anche se non è riuscito a sfogarsi in un pianto catartico. Forse non si rendeva ancora conto dell'enorme atrocità commessa per provare un pentimento assoluto. Poi ha accompagnato i poliziotti a Formeniga e ha fatto trovare il cadavere dell'ex fidanzatina che, da domenica, si trovava sotto una coltre di foglie. Questa mattina il 19enne, che deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato, sfilerà davanti al giudice Angelo Mascolo per la convalida del fermo. Puntando sul fatto che Savciuc, in Italia da oltre 10 anni, ha sempre avuto comportamenti in linea con le regole, l'avvocato Panico, potrebbe chiedere l'attenuazione della misura restrittiva, per far ottenere a Savciuc gli arresti domiciliari.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci