LA GIORNATA
VENEZIA Sappada saluta il Veneto: da ieri il Comune bellunese di

Giovedì 23 Novembre 2017
LA GIORNATA
VENEZIA Sappada saluta il Veneto: da ieri il Comune bellunese di poco più di 1300 abitanti è per legge in Friuli Venezia Giulia. Perché il passaggio sia formalmente effettivo ci vorrà ancora tempo, ma la votazione avvenuta a Montecitorio chiude un iter iniziato tanto tempo fa, basti pensare che il referendum per il distacco risale al marzo 2008 (e aveva avuto un risultato plebiscitario: 95% dei consensi su 1.199 aventi diritto). Dopo il sì del Senato lo scorso settembre, ieri è arrivato il via libera della Camera dei deputati. Che, cestinando le obiezioni arrivate dal Veneto secondo cui era necessario un parere del consiglio regionale senza limitarsi a una mozione del 2012, ha approvato la proposta di legge con 257 voti a favore, 20 contrari e 74 astenuti. Astenuti i deputati di Forza Italia, Direzione Italia e Mdp. «A quanto pare la scelta di Roma è quella di usare come cura l'amputazione anziché l'autonomia di tutto il Veneto. Di questo passo daremo lo sbocco al mare al Trentino», ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia. Soddisfatta, invece, la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani: «Un atto di giustizia. Sappada non entra nella nostra regione come una bandierina sulla carta geografica, ma accolta come il ritorno di una gente rimasta a lungo staccata dal suo ceppo».
RILIEVI RESPINTI
In apertura dei lavori, a Montecitorio, il presidente della commissione Affari costituzionali Andrea Mazziotti ha comunicato che, dalla settimana scorsa quando il voto è stato rinviato, il consiglio regionale del Veneto non si è convocato, ma è arrivata una lettera del presidente Roberto Ciambetti che contesta l'apposizione di un termine (appena sette giorni per esprimere un parere) e l'intero procedimento legislativo. Rilievi tutti respinti da Mazziotti. Respinta anche la sospensiva presentata dai deputati veneti Domenico Menorello (Ci), Simonetta Rubinato (Pd) e Dino Secco (Ci). Così si è andati al voto e la legge è stata approvata.
LE REAZIONI
«Una brutta pagina della storia democratica del nostro Paese, una forzatura ingiustificata», ha detto il capogruppo di Fi, Renato Brunetta. «La decisione del Parlamento si presta ad una serie di censure», ha detto Simonetta Rubinato che in dissenso al proprio gruppo ha votato no. Ha deciso invece di non partecipare al voto il deputato bellunese ed ex segreterio veneto del Pd, Roger De Menech: «La mia montagna oggi è vittima di una politica debole e senza coraggio. La politica dei francobolli rischia di far diventare una polveriera l'intera provincia di Belluno. Basti dire che sabato prossimo verranno celebrati i 10 anni dal referendum della Ladinia che ha interessato i comuni di Colle Santa Lucia, Livinallongo e Cortina con un'iniziativa a cui parteciperà l'ex presidente della Provincia di Bolzano, Durnwalder. Non credo serva aggiungere altro». E in difformità dal suo gruppo Democrazia Solidale, si è astenuto il deputato, ex presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, secondo il quale per passare da una regione a statuto a ordinario a una regione a statuto speciale serve una legge costituzionale: «Non vorrei che questo episodio costituisse in tal senso un pericoloso precedente di erosione del rango costituzionale degli statuti speciali di autonomia». Soddisfatto il M5s in Regione Veneto: «Evento storico, per la prima volta un comune passa a una regione a statuto speciale». Dispiaciuto il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli: «Con Sappada un pezzo di storia del turismo veneto andrà in Friuli. Ma qui si tratta di rispondere ai 2 milioni e 400mila elettori che si sono recati alle urne per dire sì alla richiesta di maggiore autonomia anche per prevenire ulteriori casi Sappada».
CARTE BOLLATE
La legge che sancisce il passaggio di Sappada al Friuli rischia però di finire davanti alla Corte costituzionale. «Il dibattito parlamentare - ha detto il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti - non ha sciolto i dubbi procedurali per cui l'atto approvato oggi rimane impugnabile». La Regione Veneto ha sessanta giorni dfi tempo per l'impugnazione.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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