LA GIORNATA
ROMA La minaccia di revocare la concessione dopo il disastro di Genova

Venerdì 17 Agosto 2018
LA GIORNATA
ROMA La minaccia di revocare la concessione dopo il disastro di Genova che ha provocato almeno 38 morti è sul tavolo. Ed ha affossato in Borsa i titoli di Atlantia, la holding controllata dalla famiglia Benetton a cui fa capo Autostrade per l'Italia. Poi però dal governo c'è anche la richiesta, formalizzata con una lettera inviata alla società, di ricostruire a sue spese non solo il viadotto crollato ma anche tutte le altre aree danneggiate. Insomma intanto aprite il portafoglio. Gli investitori però si spaventano e anche se il governo non è compatto nel frattempo vendono. Le azioni del gruppo, sotto fortissima pressione fin dall'avvio, hanno chiuso con un calo del 22,26% a 18,3 euro. In un solo giorno il valore della società che gestisce più della metà delle autostrade italiane è calato di 4,2 miliardi attestandosi poco sopra 15 miliardi.
I NODI
L'ipotesi che il governo gialloverde possa intervenire sui contratti che assegnano ai Benetton la gestione delle austrade dopo il disastro di Genova intanto manda in rosso anche le azioni delle altre società del settore scambiate sul listino. Scivolano così Astm del gruppo Gavio (-10,5%), la controllata Sias, che gestisce la Torino-Milan (- 7,3%), e Autostrade Meridionali (-2,9%). Un'ondata di vendite che ha trascinato giù tutta Piazza Affari (-1,8%).
La revoca delle concessioni, penali miliardarie da pagare a parte, resta comunque complicata. Il blog dei 5 stelle in un post ha chiarito che le concessioni verranno revocate «qualora ce ne siano le condizioni». Ma Di Maio in serata, dopo quella che era sembrata una frenata, torna all'attacco. E si spinge fino a dire: «Se Autostrade non è stata in grado di gestire le concessioni lo potrebbe fare lo Stato». «La nostra intenzione è revocare la concessione - scandisce -. La posizione del Governo è che chi non vuole revocarle deve passare sul mio cadavere. C'è un volontà politica chiara». Poi prosegue: «Anche Salvini è d'accordo e il presidente del Consiglio Conte ci ha messo la faccia». «La sentenza sono 40 morti e un ponte crollato. Se vogliono fare gli azzeccagagarbugli facciano», insiste Di Maio in tv su La7 sottolineando che al governo spetta «l'azione morale di togliere le concessioni». Ma nessuna «vendetta» contro i Benetton. «Non è che questa storia nasce col ponte Morandi, noi in Parlamento - sostiene - è da 6 anni» che vediamo queste cose «e in ogni finanziaria abbiamo visto norme ad hoc che favorivano questi concessionari». Il vice premier assicura poi che lo Stato non pagherà penali miliardarie. «Se la motivazione è giusta, e per ora ci sono quasi 40 morti, non credo che vadano pagate».
La Lega però per bocca del responsabile economico e vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi frena: «La revoca delle concessioni è una ipotesi che resta sul tavolo, come strumento di pressione, ma non è quella che speriamo di dover praticare». Più cauto Salvini, che tuttavia sulla revoca in pubblico conferma: «L'iter è partito, però Genova non può aspettare. In attesa che gli avvocati e i giudici facciano il loro lavoro, stiamo facendo di tutto perché Autostrade apra il portafoglio. Di concessioni, penali e cavilli parleremo dalla settimana prossima». Poi aggiunge: «Mi aspetto che venga sospeso il pagamento del pedaggio».
Il ministero dei Trasporti intanto con decreto del 14 agosto ha istituito una «Commissione ispettiva per svolgere verifiche e analisi tecniche sul crollo». Il dicastero guidato da Danilo Toninelli in una nota ha precisato che «intende fare luce sull'accaduto e avviare tutti gli accertamenti necessari, nel rispetto del contraddittorio con le parti interessate, per la contestazione di eventuali inadempienze del concessionario, soggetto su cui, ai sensi dell'art. 14 del Codice della strada, ricade la responsabilità di assicurare la sicurezza dell'infrastruttura». Una procedura che potrebbe portare a un eventuale revoca della concessione. Il ministero delle Infrastrutture ha poi avviato un'azione di monitoraggio sullo stato di conservazione delle opere, viarie e non, per cercare di prevenire qualsiasi situazione di pericolo e nuove tragedie.
Immediata la replica di Autostrade che «si dichiara fiduciosa di poter dimostrare di aver sempre correttamente adempiuto ai propri obblighi di concessionario». Poi il gestore ha ribadito di aver svolto «attività di monitoraggio e manutenzione» sulla base dei migliori standard internazionali». In mattinata era stata invece Edizione, la holding della famiglia Benetton che controlla Atlantia, a sottolineare che «farà tutto ciò che è in suo potere per favorire l'accertamento della verità e delle responsabilità dell'accaduto». La società aveva poi sottolineato che il gruppo «negli ultimi 10 anni» ha «investito oltre 10 miliardi nell'ampliamento e ammodernamento della rete autostradale italiana».
Intanto dopo l'incidente e le «difficoltà di quantificare le conseguenze finanziarie» del disastro la società valutazione del credito Standard & Poor's ha messo sotto osservazione Atlantia per un possibile taglio del rating.
Jacopo Orsini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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