LA CONFERENZA
dal nostro inviato
GENOVA Il progetto per un nuovo ponte, in

Domenica 19 Agosto 2018
LA CONFERENZA
dal nostro inviato
GENOVA Il progetto per un nuovo ponte, in acciaio, da costruire in otto mesi. Mezzo miliardo di euro per l'opera, per aiutare Genova e per dare sostegno alle famiglie delle vittime. La collaborazione con la magistratura perché accerti cause e responsabilità, perché solo al termine di un'inchiesta giudiziaria e al lavoro degli esperti che possano esaminare i materiali rimasti e la documentazione video, si potranno avere certezze. Società Autostrade spiega la sua linea in una conferenza stampa che si svolge in un hotel di Genova, a 150 metri dalla Prefettura dove si è appena concluso il consiglio dei ministri straordinario in cui Di Maio è tornato a parlare di revoca delle concessione. Dopo la mattinata dedicata al dolore e all'ultimo saluto alle vittime del 14 agosto, ora si pensa all'immediato futuro. A Genova che deve ripartire. Giovanni Castellucci, ad di Società Autostrade, si commuove e spiega: «Esprimo cordoglio e vicinanza alle vittime, ai loro familiari, ai loro amici, ai genovesi, ai soccorritori per i quali ho ammirazione. E' uno strazio che mi porto nel cuore». Ai giornalisti che lo incalzano sul tema delle «scuse», risponde: «Le responsabilità devono essere accertate dalla Magistratura alla quale da subito abbiamo assicurato massima collaborazione, vogliamo anche noi che ci siano verità e giustizia». Ancora: «Autostrade non è riuscita a fare percepire la propria vicinanza nel dramma del ponte di Genova e di questo mi scuso. E mi scuso per la distanza percepita, non era nei fatti perché eravamo qui, ma nelle percezioni, che contano. Sentiamo tutte le responsabilità associate». Al suo fianco Fabio Cerchiai, presidente di Autostrade, che aggiunge: «La famiglia Benetton (principale azionista di Atlantia) sta vivendo la tragedia legata al crollo di Ponte Morandi con grande dolore e con grande partecipazione». Spiega: «Ce la metteremo tutta e abbiamo tutte le capacità per farlo».
L'IMMEDIATO
L'ad Castellucci premette che non parlerà dei rapporti con il Governo, preferisce illustrare le azioni messe in campo nell'immediato («la revoca? Noi siamo determinati a fare il ponte, abbiamo bisogno delle autorizzazioni»). Si parte dai 500 milioni di euro che devono servire a creare «un fondo per le immediate esigenze delle vittime che verrà gestito dal Comune». Si punta a rispondere alle esigenze immediate delle vittime. Saranno sospesi i pedaggi nel nodo da Genova Bolzaneto a Voltri a Genova Ovest», da domani. E poi c'è il tema della demolizione di ciò che resta del Ponte Morandi e della costruzione di una nuova opera. Su questo Castellucci ha spiegato: «Abbiamo chiamato le migliori imprese italiane, sono venute a lavorare con noi in questi giorni, e abbiamo sviluppato un progetto per costruire un nuovo ponte in acciaio. Si può fare in otto mesi, comprendendo anche la demolizione, dal giorno in cui si saranno le autorizzazioni. Sarebbe un ponte meno impattante e prevederemmo anche un fondo per chi abitava negli edifici che hanno dovuto abbandonare. Da lunedì siamo pronti a sostenere gli interventi di ricucitura della viabilità di Genova, per il percorso alternativo all'interno dell'Ilva».
LA CAUTELA
E poi c'è il tema della ricerca delle cause e della responsabilità del crollo su cui Castellucci è stato cauto, ribadendo in più passaggi, in una conferenza stampa inevitabilmente carica di tensione, la determinazione di collaborare con la magistratura perché «si arrivi alla verità sul disastro». «Non ho molto da aggiungere a quanto detto a caldo martedì. Tutte le relazioni di cui sono a conoscenza davano uno stato di salute buono di Ponte Morandi». E per gli interventi sul pilone crollato «non era stata decisa una procedura d'urgenza, come è stato affermato, ma una procedura ristretta, perché il numero di imprese che potevano partecipare non era elevatissimo. Riguardavano quel pilone, ma anche un altro rimasto in piedi e servivano ad allungare la vita utile dell'opera, come atto di cautela». La tesi di Castellucci è che saranno decisive, per comprendere quanto successo, i racconti dei testimoni di chi si trovava sotto il ponte al momento del crollo, «ma non ci sono le condizioni per assumerci la responsabilità perché deve essere accertata. Non è un ponte costruito da noi, bisogna vedere come fu costruito e altri elementi. Le vittime hanno diritto alla verità, l'Italia ne ha diritto. Noi ne abbiamo diritto. Molti parlano di vento forte e pioggia intensa, sono temi su cui bisogna ponderare». E gli altri ponti di Autostrade? «Sono sicuri, ma ho chiesto a tutti i tecnici di rifare un'analisi critica di tutte le relazioni perché forse è il momento giusto di spendere un eccesso di cautela».
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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