La ciclovia Treviso-Monaco

Martedì 10 Aprile 2018
IL TERRITORIO
La ciclovia Venezia-Monaco di Baviera è una delle reti ciclabili più grandi d'Europa. E' lunga complessivamente 570 chilometri. E un quinto del percorso, circa 104 chilometri, si snoda tra le colline, i fiumi e la pianura della Marca. E' un vero filone d'oro per il turismo trevigiano. Le stime dicono che il percorso arriverà ad attirare oltre 500mila cicloturisti all'anno. Più di mezzo milione. Per un indotto economico che può arrivare a valere qualcosa come 60 milioni di euro all'anno. E si iniziano già a vedere i primi effetti. Lungo il tratto di Ciclovia dell'amicizia in terra trevigiana, che lambisce città e paesi come Vittorio Veneto, Conegliano, la zona del Montello, Ponzano, Villorba, Treviso, Silea e Casier, stanno spuntando nuove strutture ricettive, a partire dai b&b, e nuovi servizi dedicati a chi viaggia sulle due ruote.
IL CONSORZIO
«Stanno nascendo b&b, piccole officine e punti ristoro fa il punto Alessandro Martini, direttore del consorzio di promozione turistica Marca Treviso ma lungo la ciclovia potranno affacciarsi anche negozi di artigianato e di prodotti tipici». Anche perché il passaggio dei cicloturisti non sarà stile mordi e fuggi. Chi va in bici assapora ogni istante. E' il bello della mobilità lenta. Con questa filosofia, il trevigiano non rappresenta solo l'ultimo tratto prima di arrivare a Venezia, come forse a volte succede con chi arriva in aereo. «Basta pensare che tutti i cicloturisti si fermeranno almeno una notte nella Marca. E' matematico nota il direttore questo vuol dire che dormiranno nelle nostre strutture e che usufruiranno dei nostri servizi. Anche se arrivasse solo la metà di quei 500mila, vorrebbe dire 250mila notti in più all'anno rispetto ad oggi». Con le relative spese. Musica per le orecchie degli albergatori e degli operatori economici. La spesa media dei cicloturisti va dai 105 ai 120 euro al giorno. Praticamente il doppio rispetto ai turisti delle spiagge, che stanno tra i 65 e i 67 euro al giorno. Certo, c'è ancora strada da fare, per restare in tema. Per il momento la ciclovia vede il passaggio di centinaia di bici.
IN SELLA
Quando si inizierà a contarle a migliaia? «Secondo gli standard nord europei, una rete di piste ciclabili deve essere formata da vie dedicate esclusivamente ai ciclisti. Senza passaggi misti sulle strade trafficate da auto e camion sottolinea Martini il percorso non è ancora tutto così. Ma ci stiamo avvicinando. Il tratto trevigiano è già stato dotato di tutte le tabelle e delle indicazioni necessarie». Quel che conta è che non si rimane fermi. Lo scorso settembre c'è stato il passaggio della Rad Race, la manifestazione per eccellenza del cicloturismo. E' stata organizzata proprio con lo scopo di promuovere la ciclovia. Una carovana di 400 biciclette, composta da giornalisti, blogger e imprenditori del mondo dello sport e del turismo, è scesa da Monaco di Baviera e ha fatto tappa prima a Vittorio Veneto e poi a Ponzano. L'impressione dei partecipanti è stata talmente positiva che a settembre replicheranno lo stesso percorso. Cosa più unica che rara. «L'entusiasmo era palpabile. Poteva sembrare una cosa estemporanea. Invece le sensazioni sono state confermate un paio di settimane fa con l'Eroica Marathon (gara corsa nei luoghi della Grande Guerra nell'anno del centenario,ndr) spiega Roberto Tonon, sindaco di Vittorio Veneto bisogna lavorarci ancora. Ma gli effetti della ciclovia già si vedono. I pernottamenti nelle strutture ricettive del nostro albergo diffuso continuano ad aumentare con percentuali in doppia cifra. Se va così, qualche motivo ci sarà».
IL MONTELLO
La zona del Montello è un altro fulcro della Venezia-Monaco. Le escursioni in bicicletta tra la collina e il Piave sono meravigliose. A livello paesaggistico, tra la pedemontana e il Montello la Marca dà il meglio di sé. «Stiamo puntando moltissimo sul cicloturismo assicura Fabio Vettori, sindaco di Nervesa abbiamo gioielli tutti da scoprire. Il 12 maggio inaugureremo l'abbazia di Sant'Eustachio e poi ci sarà un nuovo hangar con un percorso turistico della fondazione Jonathan Collection». In più si sta sistemando una nuova diramazione della Venezia-Monaco. Sono infatti iniziati i lavori di pulizia dell'ex ferrovia militare tra Nervesa e Montebelluna. Diventerà una pista ciclopedonale sullo stile della Treviso-Ostiglia, che a sua volta è stata ricavata sul percorso di una storica via di comunicazione su rotaia usata per scopi militari. Scendendo ulteriormente, si arriva a Ponzano e Povegliano. Non è un caso che lo scorso febbraio una delegazione dei Comuni e delle associazioni sia andata fino a Monaco a presentare le proprie attività. La prima è stata aperta l'altro ieri: la Mostra dei vini triveneti di Camalò.
LA NOVITA'
A Ponzano, inoltre, sul ciglio della ciclovia è nata una startup. Si chiama Barubici. E' una società che offre consulenze a chi vuole iniziare a operare nel cicloturismo. L'attività è stata avviata da Giovanna Borsato in località Barrucchella. «Fino a poco tempo fa nessuno avrebbe detto che territori di campagna avrebbero potuto attrarre un numero così importante di turisti ha spiegato l'ideatrice invece adesso è possibile pianificare uno sviluppo dell'economia locale partendo proprio dai cicloturisti che già oggi affollano i nostri percorsi». E il Comune non sta alla finestra. «Stiamo lavorando sul fronte della promozione. I cicloturisti devono sapere che Ponzano non è solo un passaggio in mezzo alla campagna tira le fila l'assessore Mario Sanson ci sono diversi progetti in ballo: dall'installazione di punti informativi dotati di attrezzi per piccole riparazioni sulle bici fino a convenzioni con i proprietari delle ville venete per renderle visitabili». Tra queste c'è pure villa Minelli, il quartier generale della famiglia Benetton. Nome che in ambito internazionale è un vero punto di riferimento.
Mauro Favaro
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