L'ATTESA
PADOVA L'ultima volta si sono visti quest'estate. Non si sono potuti

Sabato 18 Novembre 2017
L'ATTESA
PADOVA L'ultima volta si sono visti quest'estate. Non si sono potuti sfiorare: a separarli c'era una scrivania in legno e a controllarli, in una stanza dell'ospedale di Parma, quattro agenti di polizia e le telecamere del circuito di sicurezza interna. Ma quando ieri mattina alle 3.31 Totò Riina, il capo dei capi di Cosa Nostra, è spirato nella sua cella di due metri per tre, senza finestre, all'interno dell'ospedale di Parma, Giuseppe Salvatore Riina, Salvuccio, terzogenito di Totò confinato a Padova, non era con lui. Il via libera firmato dal Guardasigilli Andrea Orlando per permettere ai parenti del boss dei boss di accorrere al suo letto di morte era arrivato solo poche ore prima, nel tardo pomeriggio di giovedì. E inutile era stata anche l'istanza presentata dall'avvocato Francesca Casarotto, legale di Riina Jr, che forte del provvedimento del Ministro della Giustizia aveva chiesto il salvacondotto per permettere al figlio prediletto di salire in macchina e raggiungere Parma.
TROPPO TARDI
Il giudice della Sorveglianza di Padova avrebbe dovuto decidere ieri mattina e sempre ieri, nel pomeriggio, Salvuccio avrebbe potuto incontrare il padre per l'ultima volta. Ma non c'è stato tempo. Totò Riina, l'uomo condannato a ventisei ergastoli, quello che fu il mandante delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, dove persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, era già morto. Da solo. Senza nessuno al suo capezzale. Era stato lo stesso Salvuccio, sangue puro di Corleone come l'aveva battezzato nel 2000 la madre Ninetta Bagarella ad avvertire l'avvocato Casarotto del via libera. Una telefonata veloce in cui Riina Jr si diceva preoccupato e triste perché ben sapeva che quel lasciapassare era stato concesso solo per le condizioni di salute del padre. Una telefonata in cui il figlio del boss dei boss, ora dipendente di una cooperativa a Padova, dov'era arrivato nel 2012 per scontare una condanna a otto anni di carcere, si era lasciato andare dicendo come presto gli sarebbe venuto a mancare il padre, non Totò Riina.
SU FACEBOOK
Ecco, le parole rivolte all'avvocato, del post su Facebook pubblicato e subito rimosso nonostante le centinaia di apprezzamenti in occasione del compleanno del padre, giovedì: Per me tu non sei Totò Riina, sei il mio papà. E in questo giorno per me triste ma importante ti auguro buon compleanno papà. I due, dopo diversi permessi negati per la paura che ci fosse un passaggio di consegne, si erano visti due volte: la prima a ottobre 2016 e poi nell'estate scorsa. «Era pronta l'ultima istanza ha commentato ieri l'avvocato -. Abbiamo dovuto modificare l'oggetto stamattina (ieri, ndr) e chiedere il permesso per Salvatore di partecipare al funerale del padre, che ancora non è stato fissato». Possibile che Riina Jr parta per Parma nelle prossime ore, una volta avuto il via libera dalla Sorveglianza di Padova.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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