L'ATTACCO
VENEZIA Il Sud si lamenta? Se la prenda con chi l'ha amministrato male.

Sabato 16 Febbraio 2019
L'ATTACCO VENEZIA Il Sud si lamenta? Se la prenda con chi l'ha amministrato male.
L'ATTACCO
VENEZIA Il Sud si lamenta? Se la prenda con chi l'ha amministrato male. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, ribatte alle critiche che arrivano da mezza Italia nei confronti del progetto di autonomia differenziata. E difficilmente potrà essere contraddetto se si considera che pochi giorni fa lo stesso governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha fatto un'ammissione in tal senso: «Invece di utilizzare l'autonomia come opportunità - aveva detto il presidente della Regione a statuto speciale - l'abbiamo utilizzata per privilegi e per dare occupazione improduttiva».
Solo che adesso dal Sud è una ridda di critiche, di attacchi, di appelli per bloccare quella che è stata definita la secessione dei ricchi. E Zaia, che probabilmente si aspettava qualcosa di più dal Consiglio dei ministri di giovedì sera, magari una parolina del premier Conte che invece ha lasciato Palazzo Chigi prima della presentazione della bozza di intesa da parte di Erika Stefani, ieri mattina è sbottato: «Ma è possibile che si vada in giro a dire che questa è la secessione dei ricchi? Che il sud finirà male? Le regioni del Sud che sono in difficoltà oggi - e non gioisco per questo, anzi, siamo qui per aiutarli - sono in questa condizione non perché Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno l'autonomia, ma perché hanno avuto una classe dirigente che ha governato male».
IL CONFRONTO
Mentre Zaia parlava ai microfoni di Radio anch'io, da Palazzo Balbi partiva la convocazione di una conferenza stampa: il governatore avrebbe incontrato i giornalisti nel pomeriggio a San Vendemiano, in quel di Treviso. Argomento: l'approdo dell'autonomia in Consiglio dei ministri. E quindi anche i commenti sul dossier del M5s, diffuso pochi istanti prima del Consiglio dei ministri dell'altra sera e che il vicepremier Di Maio non ha smentito, contro l'autonomia. Nel frattempo le agenzie di stampa rilanciavano le parole del governatore a Rai Radio 1: «Le regioni che oggi hanno delle difficoltà hanno avuto le stesse opportunità del Veneto. Andate a vedere che scelte sono state fatte rispetto alla sanità pubblica o privata. In alcune regioni si è abdicato a curare i cittadini nella sanità pubblica. In Veneto i cittadini si curano nel pubblico perché li curiamo bene. Noi curiamo tutti. Chiediamoci perché non si curano a casa loro? Perché a casa loro non trovano le stesse cure. In Italia si sprecano 30 miliardi di euro nella pubblica amministrazione per le inefficienze. La verità è che se si va a vedere quanti primari ci sono rispetto al numero dei cittadini si vede che molte regioni hanno molti dipendenti e non riescono a curare i pazienti».
L'ULTIMATUM
Da Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale del Veneto, partiva invece la bordata di Silvia Rizzotto, presidente del gruppo Zaia Presidente, ai Cinquestelle: «La fase tecnica si è conclusa, ora basta con le ritorsioni pentastellate: o si chiude l'accordo, o si chiude il governo». Solo che con queste parole, dal Veneto si sono poi interrotte le dichiarazioni pubbliche leghiste. Il punto stampa di Zaia è stato annullato «per sopravvenuti impegni» e rinviato a data da destinarsi. E anche sui social i big locali del Carroccio si sono astenuti dal commentare la vicenda. Impegnati altrove? O, come si racconta, ligi ai suggerimenti di tenere un basso profilo in attesa che la partita si risolva politicamente tra Salvini, Conte e Di Maio?
LA GARANZIA
Tant'è, le preoccupazioni sui rischi di creare, con l'autonomia del Veneto e della Lombardia, cittadini di serie A e di serie B è stata bollata come «infondato allarmismo» dal ministro Stefani. Che si è detta «delusa per le ricostruzioni sbagliate ma determinata ad andare avanti. Non toglieremo niente a nessuno - ha detto la titolare degli Affari regionali - Preciso anche che un coinvolgimento condiviso del Parlamento ci sarà. Comprendo i timori per la novità ma non dobbiamo avere paura di cambiare per trovare le soluzioni migliori per risolvere problemi che oggi sono oggettivi».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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