Insulti contro il sud Europa Bufera sul falco Dijsselbloem

Giovedì 23 Marzo 2017
Insulti contro il sud Europa Bufera sul falco Dijsselbloem
BRUXELLES - Un'affermazione «fraintesa», un messaggio «diretto», dovuto alla rigida etica calvinista che impone agli olandesi sempre la massima schiettezza, ma assolutamente non un'offesa rivolta ai Paesi del Sud. Eppure il concetto espresso sembrava chiaro: «Durante la crisi dell'euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti. Come socialdemocratico dò molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi, non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto». Dopo essersi attirato le critiche di mezza Europa, soprattutto della sua famiglia politica socialista, pronta a farlo fuori, il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem «si rammarica» per una sua intervista «non capita», e affida ad una lunga nota l'interpretazione autentica del suo discorso. Che voleva soltanto ricordare l'obbligo di rispettare i vincoli, da parte di tutti. Ma la bufera, scatenata già ieri dopo il suo rifiuto di scusarsi davanti agli eurodeputati che gliene avevano dato l'occasione, non è destinata a placarsi facilmente. In molti hanno chiesto le sue dimissioni: dall'ex premier Matteo Renzi al premier portoghese Antonio Costa, dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ai socialisti europei, compatti. Solo la Germania gli rinnova, anche dopo l'incidente diplomatico, il pieno appoggio. E lui conferma che non se ne andrà. «Mi dispiace che il mio messaggio sia stato frainteso e che sia emerso come Nord contro Sud», e «mi dispiace se qualcuno si sia sentito offeso», la «frase sulle donne e l'alcol era riferita a me stesso, ho detto che non posso aspettarmi che se spendo i miei soldi in modo sbagliato possa poi chiede aiuti finanziari», ha detto Dijsselbloem nella nota consegnata alla stampa dopo che le richieste di dimissioni e scuse avevano raggiunto cifra doppia. L'olandese ha provato a spiegare l'equivoco chiamando in causa le differenze culturali. Difficile che basti la sua spiegazione per placare l'irritazione prima di tutto in casa socialista: «È una vergogna per un rappresentante della nostra famiglia politica contraddire l'essenza dei valori di unità, rispetto e solidarietà alla base del progetto europeo», ha detto il presidente del Pse Sergei Stanishev. E nel parlamento italiano, l'ondata di sdegno è stata trasversale: da Forza Italia al Pd, da M5S a Lega, tutti contro l'olandese.

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