«In acqua annaspava e poi non l'ho più visto»

Domenica 23 Dicembre 2018
CHIOGGIA
«Ho visto subito che era in difficoltà. Annaspava alla ricerca di un appoggio, ma la barca girava su se stessa e non riusciva ad aggrapparsi. Ho cercato di avvicinarmi ma la barca, ad un certo punto è sparita e, nel buio, non ho più visto neppure lui».
Luca Formigoni, il compagno di pesca, almeno per l'altra notte («Siamo andati a pescare insieme pochissime volte») di Endri Febo, racconta così l'ultima volta che ha visto il collega, dopo che entrambi sono stati sbalzati via dalla barca, a seguito dello scontro con un altro natante, verso la mezzanotte tra venerdì e sabato. Il racconto l'ha fatto alla polizia che, avuta notizia dell'incidente, ha raccolto tutte le testimonianze sulla dinamica, andando a trovare Formigoni in ospedale, dove era stato ricoverato, per alcune ore, poiché presentava i sintomi dell'ipotermia, in seguito alla sua permanenza nelle basse acque lagunari in piena notte. L'antefatto della sua testimonianza l'hanno raccontato, invece, gli altri due pescatori coinvolti nell'incidente. «Abbiamo investito un'altra barca».
IN CASERMA
Erano agitati e preoccupati i due uomini che, l'altra notte, verso le due, si sono presentati alla caserma dei vigili del fuoco, in Riviera Caboto, per raccontare dell'incidente che avevano appena avuto. I pompieri, per prima cosa, hanno avvertito i colleghi e la capitaneria di porto di Venezia, competenti per la zona in cui era avvenuto lo scontro tra i due barchini e, subito dopo, hanno chiamato il commissariato, in modo che la testimonianza dei due potesse venire raccolta in maniera ufficiale.
«Non l'avevamo visto prima», hanno riferito i due alla polizia. Tuttavia, sia loro che il naufrago dell'altra imbarcazione hanno detto che le luci delle rispettive barche erano accese. Ma la fitta nebbia che gravava sulla zona è stata certamente un ostacolo per la visibilità reciproca. Poi c'è stato lo scontro.
«Il motore hanno riferito i due pescatori ci è andato subito in avaria e non abbiamo potuto manovrare per fermarci e prestare soccorso». La loro barca, arrancando e imbarcando acqua da una falla, li ha condotti fino a Chioggia dove è affondata, come un cavallo morente che avesse fatto la sua ultima corsa. I due si sono precipitati dai vigili del fuoco a raccontare l'episodio e da lì sono partite le ricerche.
IL TERZO BARCHINO
Il terzo pezzo del puzzle sono le testimonianze dell'equipaggio di un terzo barchino che, giunto sul posto dell'incidente, ha raccolto Luca Formigoni, che rischiava di morire assiderato, e lo ha portato fino al porto di Chioggia dove un'ambulanza, opportunamente avvertita, lo ha caricato per portarlo in ospedale.
Questi ultimi pescatori, però, hanno potuto raccontare ben poco, perché sono arrivati che era già successo tutto. Ora la ricostruzione degli inquirenti dovrà incrociare tutti gli elementi riferiti da queste persone e cercare di costruire un quadro coerente degli avvenimenti a cominciare da cosa ci facevano, in piena notte e con quella pericolosa nebbia, tante imbarcazioni in quel tratto di laguna.
D.Deg.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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