Imprese, Di Maio elogia la concertazione: «Sgravi Inail e stop multe per le e-fatture»

Mercoledì 12 Dicembre 2018
Imprese, Di Maio elogia la concertazione: «Sgravi Inail e stop multe per le e-fatture»
IL CONFRONTO
ROMA Dopo Matteo Salvini, anche Luigi Di Maio scopre la concertazione. Ne fa addirittura il nuovo credo del governo giallo-verde: «Le imprese saranno sempre al centro della nostra azione. E' stato un grande momento di confronto e di ascolto che diventerà permanente», ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico dopo l'incontro con ben 36 associazioni: da Confindustria a Cna, da Confartigianato a Confesercenti, da Ance a Confcommercio e Cifa, solo per citarne alcune. Presenti anche i vertici di Cdp, Invitalia e Ice.
Tanta attenzione e tanta folla al Mise hanno innescato lo stupore e l'ironia dei presenti. «Dopo l'incontro con Salvini domenica e con Di Maio oggi, c'è un certo imbarazzo: c'è più offerta che richiesta», ha detto Giorgio Meletti (Confartigianato). E Daniele Vaccarino (Cna): «Da tempo chiedevamo un incontro e il fatto che i vicepremier ora facciamo a gara per incontraci ci soddisfa».
Di Maio però ha esagerato. Invitare ben 36 sigle è stato giudicato un errore da numerosi partecipanti. «Le associazioni vanno pesate, c'era troppa folla. Serve una legge sulla rappresentanza», ha esortato Vaccarino. E Donatella Prampolini (Confcommercio): «La concertazione è positiva, ma essendoci troppa gente diventa difficile trovare un punto di sintesi. Bisogna dare maggiore considerazione alle associazioni più importanti». «Servono tavoli ristretti, il sistema è eterogeneo e le esigenze sono diverse», è il messaggio di Patrizia De Luise (Confesercenti).
Di Maio però non si è fatto rovinare la festa: «Oggi è partito un nuovo patto tra governo e imprese per abbattere la burocrazia, abbassare il costo del lavoro, investire in innovazione e accelerare le esportazioni», ha celebrato. Per poi annunciare: «Giovedì o venerdì apriamo il primo tavolo tecnico sulla legge di bilancio. E presto sei tavoli permanenti su semplificazioni, fisco, innovazione, infrastrutture, export e lavoro-formazione».
Durante l'incontro, il vicepremier ha preso diversi impegni. Ha promesso di fare «entro fine anno» un decreto per «rivedere le tariffe Inail sui premi che pagano le imprese, per un risparmio di 1,7 miliardi». Ha garantito che il governo intende pagare «entro il 2019 tra il 40 e il 50% dei crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione, per un totale di circa 30 miliardi». Si è impegnato a bloccare per i primi sei mesi le sanzioni previste per chi non è in regola con la fatturazione elettronica. E ha annunciato di voler presentare un emendamento alla manovra «per portare la deducibilità sui beni strumentali dal 40 al 50%», ma «fra tre anni verrà cancellata del tutto».
OPERE, UN PIANO REGOLATORE
I rappresentanti delle imprese hanno invocato soprattutto «semplificazione». Così Di Maio ha gettato sul tavolo una legge delega per riformare il codice degli appalti e l'impegno a dare alla luce il «Codice unico del lavoro che metta insieme le oltre 400 leggi esistenti». A proposito di lavoro, il vicepremier ha poi annunciato che chi si dovesse dimettere per incassare il reddito di cittadinanza, non ne avrà diritto: «Saremo rigorosi, ci sono obblighi ben precisi che i percettori del reddito dovranno rispettare». Non è mancato un accenno alle grandi opere con relativo annuncio: «Vareremo un vero e proprio piano regolatore con cui pianificare le necessità infrastrutturali del Paese». Nessuno accenno alla Tav.
A.Gen.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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