Imposta fissa solo per le famiglie o taglio della prima aliquota: resta il rebus dei costi

Martedì 19 Marzo 2019
IL FOCUS
ROMA Una cosa è certa: la flat tax proposta dalla Lega in campagna elettorale non è all'orizzonte. Il progetto, che in realtà prevedeva non una ma due aliquote (15 e 20 per cento) resta forse come incerto obiettivo di fine legislatura, mentre coloro che all'interno della Lega si occupano di fisco sono ora al lavoro su altri progetti. La stima di un costo di quasi 60 miliardi per l'ipotesi a due aliquote è stata attribuita al ministero dell'Economia ma lo stesso Giovanni Tria non ha confermato che venga da Via Venti Settembre.
LO SCAGLIONE
Quali che siano le varianti di uno schema del genere, una riduzione così incisiva del prelievo anche per i redditi medi e alti andrebbe a ridurre il gettito di varie decine di miliardi e dunque non appare praticabile. Il Carroccio si sta concentrando quindi su altri progetti che appaiono più a portata di mano. Il primo tocca l'aliquota Irpef del 23 per cento, quella dovuta per lo scaglione di reddito fino a 15 mila euro: l'idea è portarla magari gradualmente al 20. Un'operazione del costo di 6-7 miliardi, con benefici non colossali ma diffusi su quasi tutta la platea dei contribuenti. Questa operazione però non ha nulla a che fare con la flat tax, nemmeno alla lontana. Mentre il dossier a cui sta lavorando in particolare il sottosegretario Armando Siri prevede una tassazione al 15 per cento ma riservata ai nuclei familiari con reddito complessivo fino a 50 mila euro. Una sorta di imposta sostitutiva, sulla falsariga di quella già in vigore per le partite Iva, che avrebbe un costo stimato dallo stesso Siri in 12-14 miliardi. Per tutti gli altri resterebbero in vigore le normali aliquote Irpef, mentre i nuclei familiari interessati dovrebbero rinunciare alle altre detrazioni e deduzioni previste dall'ordinamento tributario (resta da definire il destino del bonus 80 euro). Questa scelta presenta alcune difficoltà di attuazione, ad esempio per la necessità di considerare come soggetto passivo dell'imposta l'intero nucleo familiare invece del singolo contribuente (la Corte costituzionale in passato si è espressa in senso contrario) e per l'ulteriore erosione della base imponibile dell'Irpef ordinaria.
I REDDITI INCREMENTALI
Infine circola un'idea ancora diversa, che almeno nominalmente richiamerebbe sempre la flat tax: si tratta di applicare un'aliquota del 15 per cento non su tutto il reddito dei contribuenti ma su quello incrementale, percepito in più in un dato anno rispetto al precedente: in qualche modo un incentivo al lavoro, visto che oggi ad esempio i guadagni aggiuntivi dei lavoratori dipendenti pagano un'aliquota marginale effettiva non inferiore al 30 per cento.
Tutte queste ipotesi andranno naturalmente confrontate con i vincoli di bilancio, particolarmente severi nel 2020 quando sulla carta andranno cancellati aumenti Iva per 23 miliardi. le coperture finanziarie indicate dai rappresentanti della Lega includono tagli di spesa, margini di flessibilità da contrattare a livello europeo ed anche l'effetto positivo sull'economia delle riduzioni fiscali. Effetto positivo che però, se ci sarà, non si manifesterà certo nel primo anno di applicazione.
Luca Cifoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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