IL CASO
VENEZIA «Ci saranno delle sorprese». Luigi Alverà, vicesindaco

Giovedì 20 Settembre 2018
IL CASO VENEZIA «Ci saranno delle sorprese». Luigi Alverà, vicesindaco
IL CASO
VENEZIA «Ci saranno delle sorprese». Luigi Alverà, vicesindaco di Cortina, pronuncia solo questa frase uscendo dalla sede del Cio di Losanna dove si è appena concluso l'incontro sulla candidatura di Milano e Cortina per le Olimpiadi invernali 2026. Sono parole cariche di ottimismo. Al telefono scambia anche due battute con il suo sindaco Giampietro Ghedina: «È andato tutto bene, stai tranquillo». Ma nemmeno con lui si lascia sfuggire molto di più. La sensazione però è che la candidatura Milano-Cortina, data per spacciata poche ore prima, abbia invece ampie speranze di sopravvivenza. Anzi, le voci che arrivano dal Coni parlano di qualcosa di più di una speranza. Milano-Cortina e la capitale svedese Stoccolma potrebbero dividersi le Olimpiadi invernali 2026 e 2030. Ma andiamo con ordine in una giornata che di ordinato ha avuto ben poco.
IL VERTICE
Ieri a Losanna c'è stata una tappa importante nella corsa a ostacoli che porta all'Olimpiade. Alverà, assieme a Diana Bianchedi delegata del Coni, e all'assessore allo Sport di Milano Roberta Guaineri, ha depositato il dossier lombardo-veneto con la speranza di neutralizzare i nefasti effetti dell'autogol fatto dal Movimento 5 Stelle che ha costretto Torino a ritirarsi sfaldando sul nascere la candidature a tridente. L'incontro è iniziato ufficialmente poco dopo le 15, ma fin dalle 9 di mattina la delegazione lombardo-veneta si è messa al lavoro per limare gli ultimi dettagli e predisporre una relazione in grado di ben impressionare i delegati del Cio. La riunione ha poi assunto uno spessore maggiore quando si è presentato anche Thomas Bach, potente presidente del Cio: «È venuto a dare un saluto», ha precisato Alverà. Ma un saluto di peso. Sui contenuti non è trapelato molto. La discussione, durata circa tre ore, si è ben presto focalizzata sulla suddivisione tra le due regioni delle specialità olimpiche in origine assegnate a Torino. E su questo fronte le novità sarebbero importanti, però le spiegherà oggi il presidente del Coni Giovanni Malagò.
IL FUTURO
La candidatura Milano-Cortina sembra comunque godere di buona salute. Soprattutto se si guarda a come sono messe le rivali. E dal Cio è emerso uno scenario intrigante. Le candidature di Calgary (Canada) e quella della turca Erzum scricchiolano: la prima deve passare le forche caudine di un referendum popolare sull'opportunità di organizzare o meno una manifestazione monstre come la kermesse olimpica, e questo pone grossi dubbi. Per la Turchia la situazione è ancora più compromessa per via della crisi finanziaria e delle intemperanze politiche che la zavorrano. Poi c'è Stoccolma, che deve vedersela con il nuovo governo di destra non contrario ma al momento orientato su altre priorità. In un panorama del genere sta prendendo forza l'idea di procedere a una doppia assegnazione, così come già fatto per destinare le Olimpiadi estive 2024 e 2028 a Parigi e Los Angeles: i giochi olimpici invernali del 2026 a Milano-Cortina e quelli del 2030 proprio a Stoccolma, che avrebbe più tempo per accordare le sue esigenze a quelle dell'esecutivo svedese. Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi e tutto è ancora possibile, anche un clamoroso rientro di Torino accanto a Cortina e Milano, come ancora auspicano in molti.
IL VICEPREMIER
Dal fronte interno si registrano intanto importanti movimenti. Il Governo è pronto a riaprire la partita, a patto che sia a costo zero o quasi per le casse dello Stato. Roma, a oggi, non intende finanziare l'Olimpiade a due città, ma non fa mancare quanto meno l'appoggio politico. Il vicepremier Matteo Salvini, sul punto, è molto chiaro: «Le Olimpiadi - ha sottolineato il ministro - portano molti più soldi e vantaggi degli investimenti. E noi lavoreremo per mettere d'accordo tutti, facendo il possibile perché siano ospitate dall'Italia». Un assist per Cortina e Milano. E in momenti come questi tutto torna utile.
Paolo Calia
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