I carabinieri sul posto in pochi minuti si sono trovati davanti Esposito armato

Mercoledì 10 Gennaio 2018
I carabinieri sul posto in pochi minuti si sono trovati davanti Esposito armato
L'INTERVENTO
VENEZIA Se lo sono trovato davanti con la pistola in pugno e una lattina di birra nell'altra mano: aveva appena sparato, uccidendo l'ex amico sulla porta di casa. I carabinieri, assieme al Suem, sono giunti sul luogo dell'omicidio con grandissima rapidità e tempismo, chiamati da una residente. Una tempestività sottolineata anche dal sindaco Luigi Brugnaro, che ieri ha voluto complimentarsi con i militari dell'Arma.
IL SINDACO
«Grazie ai carabinieri di Venezia - ha detto Brugnaro - e al loro Comandante provinciale Claudio Lunardo, che, con grande professionalità e tempestività, hanno arrestato l'autore dell'efferato omicidio avvenuto la notte scorsa nel sestiere di San Polo. Con il vostro impegno, assieme a quello di tutte le forze dell'ordine, e la vostra importante presenza sul territorio, garantite un costante presidio di sicurezza in tutta la nostra città». Quando Ciro Esposito ha aperto la porta di casa con la calibro 9 in mano, ha detto qualcosa che ha spaventato gli operatori del Suem che si sono allontanati, per un momento, dalla vittime, visto che erano sotto il tiro dell'uomo armato. In quattro e quattr'otto però i carabinieri hanno disarmato Esposito che non ha esploso colpi contro i soccorsi e le forze dell'ordine, ma si è arreso. E la situazione è subito tornata sotto controllo.
IL COLONNELLO
Il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Claudio Lunardo, si complimenta con gli uomini del Nucleo natanti intervenuti domenica notte. Sono stati momenti di tensione. «I carabinieri sono stati bravi perché hanno adottato tutte le procedure affinché nessuno si facesse male. I soccorritori della vittima si sono trovati, come i carabinieri, una persona che aveva appena commesso un omicidio con l'arma in mano, pronto a sparare».
A provocare l'omicidio, spiuga Lunardo, una lite violenta «Che è degenerata in un'azione di fuoco». L'arma utilizzata per uccidere Ivano Gritti non era regolarmente detenuta. «La pistola è un'arma clandestina - ha specificato Lunardo - una calibro 9 che sarà affidata al Ris di Parma per risalire alla matricola, che risulta abrasa. I colpi sparati sarebbero due, mentre la vittima non era armata. «L'autore dell'omicidio era da solo in casa e ha fatto fuoco attraverso la porta - specifica Lunardo - ha ammesso di aver fatto fuoco e ha colpito alla testa la vittima. Stiamo ancora verificando i colpi e la traiettoria».
La casa occupata abusivamnete dell'Ater che domenica notte è diventata il luogo dell'omicidio ieri mattina, al termina delle ispezioni, è stata messa sotto sequestro dai militari.
Giorgia Pradolin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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