Giorgia Pradolin

Porto Marghera come Ginevra, polo internazionale per la

Mercoledì 17 Gennaio 2018
Giorgia Pradolin

Porto Marghera come Ginevra, polo internazionale per la ricerca sulle nuova energia nucleare della fusione a caldo. Niente a che vedere con l'azzardo nordcoreano, qui si parla di energia pulita del futuro. Pure ricerca avanzata per dare all'Italia e al Veneto un polo di eccellenza mondiale come il Cern lo è per la Svizzera. Il tutto, in quello che per decenni è stato il polo della chimica e della manifattura pesante.
Un progetto del valore di 500milioni che creerà duemila posti di lavoro nei prossimi 25 anni, che vede in prima fila l'Enea, l'Università di Padova, la Regione e il Comune di Venezia. L'annuncio è arrivato ieri dal sindaco Luigi Brugnaro. «Ci è stata offerta la possibilità dalla Regione e dall'università di Padova - ha spiegato il primo cittadino - di presentare una proposta, e lanceremo la candidatura di Marghera come luogo di ricerca sulla fusione. È un progetto mondiale seguito dall'Unione europea, e l'Italia deve decidere dove collocarlo».
Il progetto da ospitare si chiama Divertor Test Tokamak ed è un'infrastruttura di ricerca all'avanguardia, un'opportunità di sviluppo e innovazione per i territori che risponde ad un bando Enea che scadrà il 31 gennaio.
Il Comune di Venezia, con delibera ad hoc, sosterrà il progetto, assegnando un terreno bonificato e già infrastrutturato di Porto Marghera (l'area individuata sarebbe quella ex Syndial all'interno del Petrolchimico) dove ci sono già degli edifici.
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