Giorgia Pradolin
Porto Marghera come Ginevra, polo internazionale per la ricerca sulle nuova energia nucleare della fusione a caldo. Niente a che vedere con l'azzardo nordcoreano, qui si parla di energia pulita del futuro. Pure ricerca avanzata per dare all'Italia e al Veneto un polo di eccellenza mondiale come il Cern lo è per la Svizzera. Il tutto, in quello che per decenni è stato il polo della chimica e della manifattura pesante.
Un progetto del valore di 500milioni che creerà duemila posti di lavoro nei prossimi 25 anni, che vede in prima fila l'Enea, l'Università di Padova, la Regione e il Comune di Venezia. L'annuncio è arrivato ieri dal sindaco Luigi Brugnaro. «Ci è stata offerta la possibilità dalla Regione e dall'università di Padova - ha spiegato il primo cittadino - di presentare una proposta, e lanceremo la candidatura di Marghera come luogo di ricerca sulla fusione. È un progetto mondiale seguito dall'Unione europea, e l'Italia deve decidere dove collocarlo».
Il progetto da ospitare si chiama Divertor Test Tokamak ed è un'infrastruttura di ricerca all'avanguardia, un'opportunità di sviluppo e innovazione per i territori che risponde ad un bando Enea che scadrà il 31 gennaio.
Il Comune di Venezia, con delibera ad hoc, sosterrà il progetto, assegnando un terreno bonificato e già infrastrutturato di Porto Marghera (l'area individuata sarebbe quella ex Syndial all'interno del Petrolchimico) dove ci sono già degli edifici.
Continua a pagina 13
© RIPRODUZIONE RISERVATA Porto Marghera come Ginevra, polo internazionale per la ricerca sulle nuova energia nucleare della fusione a caldo. Niente a che vedere con l'azzardo nordcoreano, qui si parla di energia pulita del futuro. Pure ricerca avanzata per dare all'Italia e al Veneto un polo di eccellenza mondiale come il Cern lo è per la Svizzera. Il tutto, in quello che per decenni è stato il polo della chimica e della manifattura pesante.
Un progetto del valore di 500milioni che creerà duemila posti di lavoro nei prossimi 25 anni, che vede in prima fila l'Enea, l'Università di Padova, la Regione e il Comune di Venezia. L'annuncio è arrivato ieri dal sindaco Luigi Brugnaro. «Ci è stata offerta la possibilità dalla Regione e dall'università di Padova - ha spiegato il primo cittadino - di presentare una proposta, e lanceremo la candidatura di Marghera come luogo di ricerca sulla fusione. È un progetto mondiale seguito dall'Unione europea, e l'Italia deve decidere dove collocarlo».
Il progetto da ospitare si chiama Divertor Test Tokamak ed è un'infrastruttura di ricerca all'avanguardia, un'opportunità di sviluppo e innovazione per i territori che risponde ad un bando Enea che scadrà il 31 gennaio.
Il Comune di Venezia, con delibera ad hoc, sosterrà il progetto, assegnando un terreno bonificato e già infrastrutturato di Porto Marghera (l'area individuata sarebbe quella ex Syndial all'interno del Petrolchimico) dove ci sono già degli edifici.
Continua a pagina 13