Giancarlo Galan ha saldato il suo conto con la giustizia. L'ex governatore del Veneto

Sabato 7 Gennaio 2017
Giancarlo Galan ha saldato il suo conto con la giustizia. L'ex governatore del Veneto
Giancarlo Galan ha saldato il suo conto con la giustizia. L'ex governatore del Veneto è un uomo libero da ieri mattina: si è chiusa formalmente, con la firma degli ultimi documenti relativi agli arresti domiciliari nella caserma dei carabinieri di Bastia di Rovolon, la vicenda giudiziaria dell'ex doge. Aveva patteggiato una pena di due anni e dieci mesi di reclusione e una multa di 2,6 milioni di euro, pagati in parte con la cessione al Demanio della magnifica villa Rodella di Cinto, per il suo coinvolgimento nel gorgo orribile del Mose. Dall'ottobre di due anni fa l'ex ministro si è trasferito a Rovolon assieme alla moglie Sandra e alla figlia, nel villino messo a loro disposizione da un amico imprenditore.
Poco dopo le 11 di ieri l'Audi Q7 dei Galan è uscita dal cancello della villetta immersa nel verde dei colli Euganei per raggiungere il centro di Bastia, dove sorge la caserma dei carabinieri. In realtà l'ultimo giorno ai domiciliari dell'ex presidente della Regione è iniziato qualche ora prima, quando una pattuglia dei militari della stazione si è recata una prima volta nel villino di via Madonnina che è diventato la dimora della famiglia dopo l'abbandono di villa Rodella. Un semplice scambio di carte e di documenti, da formalizzare entro la mattinata con il passaggio di Galan nel comando di stazione. Alle 11.30 il Q7 ha fatto il suo ingresso in paese guidato da donna Sandra: marito e moglie sono scesi dal suv assieme alla figlioletta e hanno atteso per qualche istante che i militari aprissero loro il cancello della caserma. In quei pochi istanti l'orso è tornato a ruggire, nonostante i tentativi della consorte di non fargli rilasciare alcuna dichiarazione. Galan ha protetto la figlia abbracciandola e, un attimo prima di varcare la soglia, si è lasciato andare a quello che suona come un testamento tanto politico quanto umano. Non una scusa, né una giustificazione. Semmai un bollettino di guerra nel primo giorno di pace: «Lo dichiaro per i veneti ha scandito l'ex governatore - in 15 anni di presidenza del sottoscritto non c'è mai stato un atto, una delibera, una dichiarazione, un'azione fatta in cambio di qualcosa del sottoscritto».
Poi il terzetto si è infilato in caserma e tanti saluti. Dal momento dell'uscita dal comando Galan è un uomo che, almeno dal punto di vista della magistratura, si è messo in pari. E come tale ha fatto quello che gli italiani fanno nella mattina del dì di festa: ha parcheggiato il macchinone ed è andato in pasticceria. Per l'esattezza dai Magagnin di via Roma a Bastia, dove sembra essere di casa. Un cappuccino senza schiuma per l'ex parlamentare, gourmet di altissimo profilo. Magari un pasticcino per la piccola, poi un cabaret di frittelle calde per festeggiare la libertà. «È un nostro cliente storico dicono dal bancone dello storico locale veniva qui praticamente ogni giorno prima di quel che gli è successo. Se n'è andato con un sorriso, un cabaret di frittelle e ci ha dato pure due baci».
Il Q7 sul cui lunotto posteriore ben impolverato una mano sacrilega ha scritto lavami fa manovra e si immette nel traffico della mattinata dell'Epifania, consegnando Galan a una nuova vita. In paese, però, la gente si dà di gomito mentre passa il suv e qualcuno sghignazza dai tavolini di un bar. E magari brinda alla salute dell'uomo libero Galan, che da queste parti non è visto come un mostro e neppure come una vittima. «Non è mica il primo presidente del Veneto inguaiato che vediamo - minimizza un signore anziano, mentre indica il Q7 dei Galan con la tazzina del caffè qui veniva anche Gianfranco Cremonese a far la spesa, cosa volete che sia».
Del futuro immediato del doge in pensione pare importare poco o nulla alla gente dei colli. Di certo continuerà a portare la figlia a scuola dall'altra parte delle colline padovane, poi si vedrà. Ogni giorno, almeno sino alla fine dell'anno scolastico, passerà a fianco della magione di Cinto Euganeo che ha rappresentato, con il matrimonio al quale ha partecipato anche Silvio Berlusconi, il suo momento di maggior fulgore. Qualcuno assicura che i Galan hanno già le valige pronte, magari per andare all'estero, altri dicono che tornerà a vivere a Padova.
Sia quel che sia, l'uomo che diceva Il Veneto sono io e ha lasciato un'impronta indelebile su questa regione ora è di nuovo in piazza. Con un cabaret di paste e la voglia di riscrivere la sua storia processuale, anche attraverso la revisione di quel patteggiamento che fino a ieri gli aveva tolto la libertà.
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