E per i mondiali di ciclismo a Vicenza finiscono sotto accusa i governi Pd

Venerdì 21 Settembre 2018
LA POLEMICA
VICENZA Adesso tutti sparano, almeno in Veneto, contro i governi precedenti, alla ricerca di un mandante dell'ormai probabile bocciatura di Vicenza quale sede dei campionati mondiali di ciclismo su strada previsti nel 2020. La fidejussione da parte dell'attuale governo per 3,5 milioni di euro è insufficiente a coprire le richieste dell'Unione Ciclistica Internazionale. Mancano almeno due milioni di euro e quindi tra pochi giorni la candidatura vincente sarà quella del Cantone Vallese, in Svizzera. Il Veneto aveva preparato un progetto molto convincente, con partenza della gara dei professionisti uomini da Venezia e arrivo a Vicenza, dopo un percorso suggestivo (in parte ripetuto con ascesa di Monte Berico) tra ville venete e dolci colline.
La Regione Veneto non ci sta ad apparire come l'ente pubblico che non ha fatto nulla per impedire un epilogo negativo, ormai confermato dal presidente della Federazione Ciclistica Italiana e vicepresidente UCI, il toscano Renato Di Rocco. E così da Palazzo Balbi l'assessore allo sport Cristiano Corazzari ricostruisce cosa è accaduto nelle ultime settimane: «Confermo che da parte del Governo, non più tardi di una decina di giorni fa, è stata comunicata l'intenzione di garantire altri 2,5 milioni di euro. A questa precisa volontà espressa dal Governo, che si aggiungeva ai primi fondi stanziati, dalla Federazione Ciclistica Italiana è stato risposto che le garanzie erano arrivate oltre il termine ultimo».
Chi e perché ha lasciato trascorrere troppo tempo? Corazzari lancia la palla nel campo del centrosinistra. «Premesso che mantengo alcune riserve sulla veridicità dell'assunto, confermo che in precedenza il Governo di centrosinistra, a fronte di lettere inviate dall'allora sindaco di Vicenza, Achille Variati, dal presidente della Regione Luca Zaia e da alcuni parlamentari del Pd, non aveva avuto nemmeno la gentilezza di rispondere». Come dire che la mancanza di volontà politica, fondamentale per la scelta dell'Uci, andrebbe cercata a ritroso nel tempo. «Lieto di essere smentito, ma ho un timore. E cioè che, dietro a certe posizioni federali e politiche, si celi un patetico tentativo di mettere le mani avanti rispetto a quanto ben quattro Governi di centrosinistra non hanno fatto». Dito puntato contro Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.
Da Vicenza interviene anche l'assessore comunale alle attività sportive, Matteo Celebron: «Il Comune ha fatto e sta facendo tutto quello che è nelle sue possibilità. Non tutti in passato hanno fatto gli sforzi richiesti per confermare la manifestazione iridata alla città». Stilettata ai vertici del ciclismo italiano. «Questo Governo ha confermato la disponibilità a garantire altre somme, salvo poi trovarsi la porta sbattuta in faccia da chi, invece, dovrebbe tutelare e difendere lo sport e il ciclismo italiano. Non vorrei che per scelte di natura politica, tutte interne al mondo del ciclismo, venisse negata la possibilità a Vicenza di diventare la capitale delle due ruote nel 2020».
Giuseppe Pietrobelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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