Colline Patrimonio dell'Unesco il traguardo è sempre più vicino

Venerdì 6 Aprile 2018
Colline Patrimonio dell'Unesco il traguardo è sempre più vicino
LA CANDIDATURA
CONEGLIANO (ef) «Il presidente Zaia è persuaso che saremo accettati al primo giro. Io, chissà perchè, ritenevo al secondo. Invece credo che le speranze siano proprio alte». Sulla candidatura delle colline della Docg a patrimonio Unesco Innocente Nardi è propositivo. La risposta, in ogni caso, arriverà tra fine giugno e primi di luglio. Sarà la conferenza internazionale di Abu-Dhabi a incoronare i siti che hanno meritato l'importante bollino. Una denominazione che si traduce in indotto, turismo, e circuiti economici virtuosi. Ma che non necessariamente dovrà riguardare la provincia di Treviso già dal 2018. Le strade sono due: promossi o rimandati. Dovesse non esserci subito il responso positivo? «Si andrà al 2019 come è sucesso ad altri» non si scompone Nardi.
COME LE LANGHE
Il paragone è sempre quello delle Langhe, che riuscirono a ottenere il certificato al secondo turno. In quel caso venne richiesta una netta restrizione dei territori, in modo da garantire una omogeneità produttiva e geografica. Alla Docg cosa potrebbe essere richiesto? «Senza dubbio non questo, visto che la commissione ha valutato tra i nostri punti di forza la coesione paesaggio-produzione. Posso solo fare delle ipotesi guardando cosa è avvenuto in passato -spiega Nardi- ad esempio in Francia mentre al distretto dello Champagne è stata data la qualifica di paesaggio vitiviticolo, la Borgogna ha ottenuto con la qualifica di Climats che è leggermente differente. Quindi anche in Italia, dove già esiste un distretto viticolo Unesco, si potrebbe ipotizzare un'altra dicitura tipo questa. Ma, ripeto, sono solo nostre speculazioni». Dopo la visita in autunno dei commissari nel territorio della Docg, è stato il team trevigiano a recarsi nella sede Unesco di Parigi prima di Natale per fornire nuovi dati al dossier. Poi, a fine gennaio, una lettera di Icomos (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti composto da esperti indipendenti) con la richiesta di nuove specifiche che da alcuni venne interpretata come una pregiudiziale. La questione messa in discussione dal rapporto Icomos in realtà fu duplice: da un lato arrivò la richiesta di dimostrare la storicità della produzione delle bollicine nel Conegliano Valdobbiadene e soprattutto c'era l'esigenza di distinguere la produzione del Prosecco superiore da quella della Doc, che si svolge con metodi e modalità che escluderebbero l'adozione di territorio speciale sottesa dal marchio Unesco.
L'INTEGRAZIONE
Il nuovo documento inviato a Parigi ha cercato proprio di fornire integrazioni in tal senso: se siano davvero esaustive si capirà tra pochi mesi. Ciò che comunque conta è, a questo punto, andare verso il riconoscimento.
Alla Docg non resta che attendere, visto che i passi da compiere sono stati ultimati. Intanto l'associazione di scopo sta lavorando con i diversi comuni per spiegare gli adeguamenti necessari e inviare la modulistica.
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