Carlo Nordio

A una settimana di distanza dalla tragedia di Genova, non possiamo

Mercoledì 22 Agosto 2018
Carlo Nordio

A una settimana di distanza dalla tragedia di Genova, non possiamo dire se sia stata fatta un po' di chiarezza o se piuttosto sia aumentata la confusione. Possiamo però riassumere l'atteggiamento delle parti in causa.
Innanzitutto le vittime. Al di là dello strazio, per il quale non ci sono parole, alcuni commentatori hanno notato che, per la prima volta nella storia delle nostre numerose disgrazie, i membri del governo sono stati accolti, durante i funerali, con un generale atteggiamento di simpatia, e qualcuno ha persino applaudito. È effettivamente una novità. Tuttavia la maggioranza delle famiglie colpite ha rifiutato i funerali di Stato. Parlare di cambiamento epocale è dunque quantomeno prematuro.
Poi la società concessionaria. Dopo un primo incomprensibile silenzio, ha manifestato il doveroso cordoglio e l'altrettanto doverosa disponibilità alle indagini (e alla ricostruzione) in modo abbastanza impacciato. Bisogna tuttavia ammettere che qualsiasi suo atteggiamento avrebbe comunque sollevato, in un'opinione pubblica inferocita, critiche aspre. La società deve solo sperare che, con il tempo, passi o si attenui l'emotività popolare; nel frattempo dovrebbe dimostrare concretamente una generosità che sinora è sembrata a dir poco insufficiente.
Poi la magistratura. Qui la situazione è, per così dire, di stallo.
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