Alessandro Campi

Il fallimento (tanto temuto quanto largamente annunciato)

Lunedì 25 Giugno 2018
Alessandro Campi

Il fallimento (tanto temuto quanto largamente annunciato) del Consiglio europeo in programma giovedì e venerdì prossimi, in cui si dovrebbero discutere nuove regole e procedure in materia di immigrazione e accoglienza, fa temere anche per il futuro del processo di integrazione continentale. In effetti non si era mai registrato, tra i Paesi membri, un simile livello di scontro: tra incomprensioni, accuse e personalismi esasperati. Ma come si è arrivati al punto potenziale di rottura? Colpa di chi? L'Italia a guida grillino-leghista si trova sul banco degli imputati. Quelli utilizzati in particolare dal ministro degli interni Matteo Salvini sarebbero toni troppo polemici e aggressivi. Gli si imputa di essere in campagna elettorale permanente, avendo capito che l'esasperazione della tematica migratoria gli sta portando sempre più voti e consensi. Ma gli si addebita, insieme agli altri fautori della dottrina sovranista sparsi per il continente (da Orban alla Le Pen), anche un deliberato disegno disgregatore: paralizzare il funzionamento dell'Europa, sfruttando il momento oggettivamente difficile, sino a scardinarla dall'interno. Un bel favore fatto a Trump e Putin, di cui i populisti nostrani sarebbero pedine più o meno consapevoli. In realtà quello cui stiamo assistendo è un gioco drammatico, nel segno degli equivoci e dell'ipocrisia, in cui le buone ragioni dell'Italia si somma alle colpe politiche e alla cattiva coscienza degli altri attori (...)
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