Al tavolo scontro tra i leader E torna l'ipotesi di un rimpasto

Martedì 20 Novembre 2018
IL RETROSCENA
CASERTA Doveva essere l'occasione se non di una riconciliazione almeno di una tregua. Invece l'incontro nella Prefettura di Caserta si è trasformato nell'ennesimo fallito tentativo di Giuseppe Conte di tenere i due vicepremier al merito di un contratto di governo che fa acqua da molte parti. Conte, che di quel contratto è garante, ha prima ascoltato Di Maio e Salvini rinfacciarsi persino le battute, oltre che il merito di una posizione, che sulla gestione dei rifiuti è diametralmente opposta. Al leader del Lega non è andata giù «la ceppa» evocata da Di Maio per contestare la realizzazione dei termovalorizzatori e a Di Maio non piacciono i continui abboccamenti di Salvini con i mai dimenticati alleati.
Tanto per tranquillizzare l'alleato di governo ieri sera Salvini, rientrato in tutta fretta da Caserta per mettersi lo smoking e recarsi al Quirinale, ha trovato il tempo per inviare via tv un messaggio all'azzurro Antonio Tajani: «Abbiamo governato insieme tanti anni. Spero che torneremo a lavorare insieme per altrettanti anni».
Un auspicio che alimenta le fibrillazioni nella maggioranza che ieri a Caserta ha firmato un protocollo d'intesa sui rifiuti nella Terra dei fuochi che non piace al ministro dell'Interno e al governatore campano De Luca. Le possibili aggiunte al contratto di governo, dai rifiuti ai contraccettivi gratis, sono facili da escludere e Conte lo spiega chiaramente. Ma ciò che divide i due vicepremier è la sostanza dell'intesa contenuta nella manovra di Bilancio che domani subirà l'ennesimo no da parte della Commissione europea.
LA SFIDA
Di Maio, pur di andare avanti e portare a casa il reddito di cittadinanza, sembra pronto alla sfida con l'Europa e i mercati. D'altra parte il suo elettorato guarda nell'immediato ai 780 euro al mese e subisce relativamente le conseguenze dovute all'aumento dello spread. Salvini ha invece il problema opposto e l'elettorato che gonfia le percentuali leghiste in Veneto come in Lombardia o Emilia Romagna, subisce gli effetti di una manovra molto assistenzialista sia per il reddito di cittadinanza che per la riforma delle pensioni. Ieri Salvini ha detto che intende andare sino in fondo sempre che «i poteri forti» glielo permettano. Un colorito modo per denunciare le preoccupazioni per la tenuta del sistema economico e finanziario del Paese che il suo sottosegretario Giancarlo Giorgetti conosce bene. Sabato sera Giuseppe Conte sarà di nuovo a colloquio a Bruxelles con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.
IL RIMPASTO
Un incontro chiesto con una certa insistenza da palazzo Chigi e che avverrà dopo la bocciatura della Commissione con la lettera che domani verrà recapitata al Ministro dell'Economia Giovanni Tria. Al responsabile dell'Economia vengono attribuite molte responsabilità nella trattativa con l'Unione europea e a palazzo Chigi da giorni si parla di una sua possibile sostituzione dopo l'approvazione della manovra, magari non immediatamente ma comunque prima delle europee. Un cambio che dovrebbe inserirsi in un più ampio rimpasto che coinvolgerebbe anche il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli e la ministra della Salute Giulia Grillo, mentre appaiono saldi la ministra Trenta e il titolare dei Beni culturali Bonisoli.
M.C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci