Zannier: siamo la provincia-cerniera dobbiamo parlare con un'unica voce

Giovedì 19 Aprile 2018
Zannier: siamo la provincia-cerniera dobbiamo parlare con un'unica voce
IL SEGRETARIO
PORDENONE «Al Friuli occidentale non solo è stata tolta la dignità storica. Con l'abolizione, primi e unici in Italia, della Provincia conquistata dai nostri padri nel 1968 si è fatto sparire anche quel luogo istituzionale di contrattazione e mediazione con la Regione che consentiva una concreta salvaguardia del Friuli occidentale». Stefano Zannier, segretario della Lega del pordenonese e capolista alle regionali, è stato uno degli assessori dell'ultima giunta politica dell'ormai ex Provincia.
Cosa faceva la Provincia che non possano fare gli altri enti: Uti, Comuni e Regione?
«Vede, quando c'era la Provincia il territorio, sulle grandi questioni come scuola, viabilità, rifiuti e pianificazione, era tenuto assieme. Il sindaco del piccolo Comune montano chiamava in Provincia e aveva risposte immediate. Ora deve rivolgersi alla burocrazia di Trieste che manco lo ascolta. Quanto alle Uti sono dei bussolotti artificiosi staccati dai territori che non avranno mai il ruolo aggregatore e di sindacato territoriale che aveva la Provincia».
Quali sono i rischi per il Friuli occidentale se le Uti non funzioneranno?
«Questo territorio rischia di essere diviso in cinque, tante sono le Unioni dei Comuni previste dalla riforma Serracchiani, micro-aree. Mentre la potenzialità e la tipicità nostra è enorme solo se il Friuli occidentale è unito e parla con un' unica voce. Dobbiamo rimanere Friuli Venezia Giulia, ma siamo anche la terra-cerniera con il Veneto. E questo può aprirci grandi opportunità».
Su quali fronti vede nuove possibili collaborazioni con il Veneto?
«Sul fronte economico c'è il distretto del mobile più importante d'Europa che è a cavallo tra le due regioni. Si pensi poi alla partnership sul prosecco: il Veneto ci dice che non possono fare a meno dei nostri produttori per la quantità e la qualità. È una enorme chance di crescita per la nostra agricoltura. L'Interporto di Pordenone, controllato dalla nostra Camera di commercio, quando saranno finiti i lavori avrà una grande potenzialità di bacino per il trasporto merci e la logistica anche su tutto il Veneto orientale fino a Padova. Ecco, questo ruolo si esercita solo se il Friuli occidentale ritrova se stesso e parla una sola voce».
Intende dire che rivolete la Provincia o una Uti unica?
«Non ha importanza come, ma è necessario che si torni a un ente unico che sappia collegare tutti i 50 Comuni con la Regione e che dialoghi anche con il Veneto. L'ideale sarebbe un ente elettivo, e non di secondo livello governato solo tra sindaci, in cui chi governa risponde ai cittadini riportando la sovranità sul territorio».
Intanto ci sono le prime elezioni regionali senza Provincia...
«E gli effetti si vedranno. Avremo dodici consiglieri a Trieste e ciascuno rappresenterà solo la micro-area in cui è stato eletto. Senza quella visione complessiva e d'insieme che serve, invece, per salvaguardare quel territori più vasto che dovrà tornare ad avere strumenti di rappresentanza».
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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