«Un giovane abbandonato a se stesso da mesi continuava a chiedergli soldi»

Martedì 14 Novembre 2017
«Un giovane abbandonato a se stesso da mesi continuava a chiedergli soldi»
IL PASSATO
SAN VITO A fine ottobre la mazzata: rinviato a giudizio per presunti abusi sessuali su un 14enne, aver adescato due ragazzi on-line e aver condiviso materiale pedopornografico. Il medico ha sempre respinto le accuse e per dimostrarlo ha deciso di difendersi al processo. Tutto era partito dalle dichiarazioni fatte nel 2016 dal 24enne che tra domenica e lunedì notte lo ha accoltellato. Nel 2006 la madre glielo aveva affidato: lui era il suo allenatore di calcio, c'era un rapporto di fiducia e affetto. Il ragazzino aveva 12 anni, lui lo aveva fatto studiare e dopo il diploma gli aveva trovato un lavoro in una fabbrica del Sanvitese.
L'accusatore, originario dell'Est Europea, dopo le rivelazioni fatte ai Carabinieri era tornato nel Paese d'origine. A inizio estate eccolo di nuovo a San Vito. «È tornato dal medico - spiega l'avvocato Giuseppe Bavaresco, che ha seguito tutta la vicenda processuale -. Gli aveva detto che aveva bisogno di aiuto e che gli dispiaceva per le conseguenze dovute alla sua denuncia. All'inizio il medico gli ha dato un po' di soldi perchè si comprasse da mangiare. Gli aveva però chiesto di non tornare e aveva anche cercato di aiutarlo indirizzandolo al Centro di igiene mentale. Ripeto, non è stata una vendetta, è stato un gesto di follia compiuto dopo l'ennesimo rifiuto a una richiesta di denaro».
Il ragazzo a San Vito non aveva nessun appoggio. «Aveva bisogno di soldi - spiega il legale - Ha cominciato a cercare il mio assistito sul lavoro e a casa perchè nessuno lo aiutava. Gli ha anche telefonato, ma il medico gli ha chiesto di non avere contatti, tanto che abbiamo fatto una segnalazione ai carabinieri di San Vito».
Non è stata una denuncia, del resto le richieste di denaro non venivano accompagnate da minacce. Ma il medico, che in seguito alla denuncia era stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, era tuttora sottoposto all'obbligo di dimora e non voleva avere problemi.
«Gli aveva chiesto di non tornare», afferma Bavaresco. Secondo il legale il giovane dava segni di scompenso, tanto che il medico lo avrebbe indirizzato al Centro di salute mentale. A San Vito il 48enne è un professionista apprezzato, molto conosciuto e stimato. È sempre stato attivo nel settore del calcio ed è stato allenatore dei pulcini. Il suo difensore ha sempre cercato di ridimensionare le accuse di molestie sessuali adombrano, in questo caso sí, l'ipotesi di una vendetta. Il 24enne aveva rotto il muro della vergogna nel 2015 con i carabinieri di Pordenone. Le indagini arrivarono a una svolta quando nel computer del medico furono trovate tracce di adescamenti di minori su internet. Dirigenti sportivi, genitori e baby calciatori a lui affidati in passato hanno sempre escluso che avesse riservato attenzioni inopportune nei confronti dei minori.
C.A.
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