Un anno a Kari, ora vuole uscire di cella

Giovedì 27 Aprile 2017
PORDENONE - Lorenzo Kari è stato condannato a un anno di reclusione per resistenza e uso di documento falso. Così ha deciso ieri il giudice del Tribunale di Padova al termine del processo celebrato per direttissima. Ha beneficiato dello sconto di un terzo della pena, perchè l'avvocato Andrea Frank aveva fatto istanza di rito abbreviato. Ed è stato assolto dall'accusa di avere fornito indicazioni false sulle proprie generalità. Non gli è stata poi contestata l'evasione, reato di cui si occupa la Procura di Pordenone. È stato invece chiesto al giudice che a Kari vengano applicati gli arresti domiciliari per motivi di salute. Una risposta è attesa nei prossimi giorni.
Kari era evaso il 4 agosto 2015 dal Cro di Aviano, dove era ricoverato senza piantonamento. Domiciliato a Forgaria, dichiarato delinquente abituale, con le sue clamorose rivelazioni si ritagliò uno spazio importante nell'inchiesta sul duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone i due fidanzati uccisi. Da lui nasce la cosiddetta pista bresciana, a cui gli inquirenti non hanno mai trovato riscontri. Disse di essere stato ingaggiato per uccidere i fidanzati dietro un compenso di 100 mila euro, di aver fatto sopralluoghi e incassato un anticipo. Il 5 maggio la difesa di Giosuè Ruotolo lo ha chiamato a testimoniare in aula.
L'11 aprile è stato arrestato nel campo nomadi di San Giorgio in Bosco, dove si era nascosto con l'aiuto dei nipoti. Ha cercato di fuggire dalla finestra della roulotte ed è spingendo con i piedi che ha tirato alcuni calci al luogotenente che cercava di bloccarlo. Aveva con sè una carta di identità rilasciata dal Comune di Torviscosa a Daniele Braidich e ci aveva appiccicato la sua fotografia. Sembra che fosse stata preparata nel caso Kari avesse avuto bisogno di andare in ospedale per qualche emergenza. Attualmente Kari ha tre provvedimenti di custodia: un vecchio ordine di carcerazione per una pena che stava scontando quando è evaso; la misura cautelare per i furti nelle abitazioni del Pordenone messi a segno con la banda delle Berkel; infine, l'ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Udine e che gli è costato la cattura.
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