PORDENONE - Dal 35 al 70% delle persone con neoplasia cerebrale soffre di epilessia tumorale e necessita di un approccio multidisciplinare per una cura ottimale sia dell'epilessia che del tumore. È quindi importante che i pazienti siano presi in carico da centri di riferimento regionali dove è disponibile un team multidisciplinare. Il Cro, diretto da Pietro Tubertini è senza dubbio uno di questi. È importante, altresì, che tutti i centri specialistici facciano rete e che i piccoli centri siano in stretto contatto con quelli nazionali. Il trattamento d'elezione per l'epilessia secondaria a tumori cerebrali è rappresentato dagli antiepilettici di nuova generazione, tuttavia particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alle donne per la particolare suscettibilità agli effetti collaterali degli antiepilettici. Questi i risultati di un recente studio di coorte retrospettico multicentrico nazionale, pubblicato su Plos One, condotto dal gruppo di studio Epilessia e Tumori Cerebrali della Lega Italiana Contro l'Epilessia-Lice, coordinato dal Centro per la cura dell'Epilessia tumorale dell'Istituto Regina Elena di cui è responsabile Marta Maschio in collaborazione con il Centro Epilessia dell'Ospedale S.S. Giovanni e Paolo di Venezia, diretto da Francesco Paladin. In Italia esistono numerosi centri dedicati alla cura dell'epilessia e 35 sono quelli aderenti al gruppo di studio sull'Epilessia secondaria a tumori cerebrali. L'obiettivo dell'ultimo lavoro scientifico del gruppo è stato quello di sistematizzare ed organizzare le informazioni sul numero dei pazienti con epilessia da tumore cerebrale afferenti ai vari centri in Italia e sul tipo di cura che ricevono. Sono stati coinvolti oltre 800 pazienti tutti in trattamento con antiepilettici e seguiti per almeno un mese, provenienti da 26 centri su tutto il territorio nazionale. I risultati dello studio spiega Marta Maschio - hanno evidenziato che il tumore più frequente era il glioblastoma. Quasi il 50% dei pazienti al termine del follow-up era ancora in terapia con il primo antiepilettico ricevuto e il 75% era libero da crisi. Il fattore prognostico più favorevole è stato l' utilizzo di antiepilettici di ultima generazione, non induttori enzimatici. E'emerso inoltre che le donne, rispetto agli uomini, tendono a interrompere più frequentemente il primo farmaco a causa proprio degli effetti collaterali. I pazienti con epilessia da tumore cerebrale sono spesso costretti a prendere molte terapie, che possono essere gravate da possibili effetti collaterali che influenzano negativamente la percezione della qualità della vita».
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