Sorveglianza della diga, turni eccessivi Un dipendente decide di dimettersi

Mercoledì 20 Giugno 2018
LA PROTESTA
PORDENONE Prima conseguenza delle disposizioni orarie che riguardano i dipendenti della Edison degli impianti idroelettrici di Ponte Racli, Cà Selva e Cà Zul, in Val Tramontina: un dipendente, della decina sottoposti a massacranti orari di lavoro, ha alzato bandiera bianca e ha rassegnato le proprie dimissioni. Meglio un'altra occupazione - che al momento non ha - piuttosto che trascorrere gran parte della propria vita chiuso nella casetta del custode delle dighe montane pordenonesi. L'uomo lascia l'incarico dopo una decina d'anni di carriera.
GLI ORARI
Era logico che saremmo arrivati a queste conseguenze estreme - commentano i colleghi -: normalmente lavoriamo 24 ore ogni tre giorni, ma se quando smontiamo dalle 24 non è sabato o domenica, non andiamo a casa, bensì in manutenzione a Meduno, fino alle 17 del giorno seguente. Questo significa che le ore lontano dalla famiglia diventano già 32. E non è finita: considerata la mancanza di personale e la necessità di sostituire i colleghi per garantire loro le ferie - e la malattia -, gli addetti possono essere chiamati a fare un doppio turno da 24 ore. Aggiungendo anche in questo caso la manutenzione in coda, si arriva a 56 ore: una cifra strabiliante, capace di far sembrare Stakanov un bambino al confronto dei guardiani della diga di Edison. In tutto questo non esiste alcuna progressione economica rispetto al passato, poiché il servizio effettivo viene conteggiato sul turno da 8 ore, mentre le altre 16 vengono calcolate come reperibilità speciale, non coperta da Inps e Inail. Esiste anche una contraddizione di fondo tra la normativa che regola la custodia delle dighe e quanto si chiede al personale. La legge italiana impone al gestore la presenza di un guardiano sulle 24 ore: la società ottempera a questa disposizione, solo che concede al personale di poter dormire per due terzi di questo periodo.
GLI ADDETTI
O siamo presenti e vigiliamo o dormiamo - si scherniscono gli addetti -: per non parlare dell'obbligo di non allontanarci mai dal posto di lavoro, nemmeno durante la pausa pranzo. Se per Selva e Zul non cambia nulla (sono sperduti e a 20 minuti di auto dai primi esercizi pubblici, ndr), a Redona ci sarebbe almeno la possibilità di prendere un caffè alla locanda, e di scambiare due parole con il resto del mondo. La questione è già approdata in Parlamento - grazie ad un'interrogazione del senatore Sonego nella precedente legislatura - ed anche sul tavolo dell'Ispettorato del Lavoro: la prossima settimana ci sarà un'altra audizione del personale prima del pronunciamento finale e di eventuali provvedimenti nei confronti dell'azienda. A Massa Carrara, dove ci sono altri impianti della Edison, il verdetto è stato favorevole ai lavoratori, anche se non sono ancora state applicate le misure di riduzione del carico orario per i singoli addetti.
Lorenzo Padovan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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