Si ritrova con gusto e olfatto indeboliti dopo un pugno alla festa degli alpini

Martedì 13 Novembre 2018
IL CASO
PORDENONE Un pugno sferrato in volto, 15 giorni di prognosi e conseguenze che nessuna cura potrà mai risolvere. Quel pugno ha infatti determinato alla vittima un indebolimento permanente dell'olfatto e del gusto. Si tratta di un giovane pordenonese che all'epoca aveva 17 anni. Era l'11 maggio 2014. La città era invasa dagli alpini che stavano partecipando all'Adunata nazionale. Il diciassettenne era assieme alla fidanzata, quando ha creduto di riconoscere per strada un amico. Ha cercato di richiamare la sua attenzione, ma Jari Bordi, trentenne pordenonese, ha interpretato quel richiamo come una battuta fuori posto. Ne è scaturito un diverbio, culminato con il pugno. Il ragazzo è finito a terra sbattendo la testa e ferendosi. Bordi si è preoccupato e ha chiamato un'ambulanza. Soccorso dal personale del 118, il 17enne si è allontanato prima che potessero portarlo in ospedale. Solo successivamente si sono manifestati i sintomi del trauma cranico riportato e le lesioni permanenti riscontrate anche attraverso una perizia disposta dalla Procura.
Di lesioni personali aggravate dall'indebolimento di un senso doveva rispondere Bordi. Ieri il procedimento penale si è chiuso nell'udienza preliminare del gup Rodolfo Piccin. Con il procuratore Raffaele Tito la difesa, rappresentata dall'avvocato Alessandro Puiatti, ha patteggiato contenendo la pena in 10 mesi (sospesa) grazie al risarcimento dei danni quantificati in 12.500 euro. «Il mio assistito - spiega l'avvocato Puiatti - era molto preoccupato e dispiaciuto per le conseguenze di quel pugno. Si è assunto le sue responsabilità e ha risarcito il danno». La parte offesa era rappresentata dall'avvocato Grazia Pirozzi.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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