Se ne andranno anche 24 bidelli e 44 impiegati amministrativi

Giovedì 30 Marzo 2017
Se ne andranno anche 24 bidelli e 44 impiegati amministrativi
Il 2017 sarà un anno record per i pensionati nella scuola a Pordenone. A lasciare il posto saranno 158 lavoratori (compresi due licenziamenti), un terzo in più rispetto al 2016, quando furono 107. Ad aver contribuito al boom di uscite sono soprattutto le maestre elementari (45) seguite dagli insegnanti delle superiori (37) e delle medie (18).
A preoccupare è anche l'alto numero di bidelli prossimi alla pensione, categoria che assieme a tecnici e amministrativi è sotto organico in gran parte degli istituti della provincia. Smetteranno di lavorare 18 amministrativi e 24 bidelli, facendo lievitare a 44 il numero totale di addetti Ata in pensione.
«Il pordenonese è in controtendenza rispetto al resto d'Italia perché qui è altissimo il numero di lavoratori della scuola over 60 - commenta Gianfranco Dall'Agnese, della segreteria provinciale della Flc Cgil -. Il numero di richieste di pensionamento sarà destinato ad aumentare entro giugno con coloro che chiederanno l'anticipo pensionistico (Ape sociale). Il grande flusso di pratiche rischia di mettere in difficoltà l'Ufficio scolastico pordenonese, dove a occuparsi delle pensioni è un solo addetto». Il pensionamento di alcuni insegnanti complica ancora di più il già difficile reclutamento di docenti di alcune materie, come matematica alle medie e tedesco alle superiori. Se da un lato il percorso che porta al ruolo è complicato, dall'altro c'è la paradossale difficoltà nell'individuare supplenti: tanto che alcuni dirigenti sono arrivati a pubblicare annunci online o a chiamare universitari prossimi alla laurea ancora senza titolo. Tra infanzia, primaria, secondarie di primo e secondo grado, «ci sarebbe bisogno di almeno 150 persone in tutta la provincia, docenti titolati disposti a fare supplenze brevi», commenta Mario Bellomo.
A rendere poco allettanti gli incarichi di supplenza è il fatto che si tratta di periodi molto brevi.
Ma anche i precari che hanno supplenze lunghe non se la passano meglio sul fronte dei pagamenti: è alto il numero di supplenti (sia per brevi periodi che annuali) che ricevono lo stipendio con mesi di ritardo. Fenomeno censurato anche dalla Regione che sta «operando una verifica con i dirigenti scolastici per poi intervenire in sede ministeriale», ha confermato l'assessore regionale all'Istruzione Loredana Panariti nei giorni scorsi rispondendo a un'interpellanza del consigliere M5S Eleonora Frattolin.
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