TRIESTE - (e.b.)L'amore per il caffè? È tutta questione di geni sia che se ne beva pochi o tanti al giorno. Lo conferma uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Report, condotto dall'Irccs Burlo Garofolo assieme alle Università di Trieste e di Edimburgo: l'abitudine a bere caffè è genetica ovvero scritta nel nostro Dna. I ricercatori, coordinati dal responsabile della struttura complessa di genetica medica del Burlo, Paolo Gasparini, hanno identificato un gene che risulta essere collegato al consumo di caffè: persone che mostrano nel proprio Dna una variazione nel gene Pdss2 tendono a bere meno caffè, perché il gene riduce l'abilità delle cellule a scomporre la caffeina, mantenendola più a lungo nel sangue. In Italia è stato analizzato il codice genetico di circa 1200 persone, il 75% delle quali residenti in sei città del NordEst e il restante in Puglia. Ogni persona è stata sottoposta anche ad un questionario sulle precise abitudini di assunzione del caffè. I risultati italiani hanno confermato che le persone il cui codice genetico presentava una variazione del gene Pdss2 bevevano mediamente una tazza in meno al giorno. Lo studio è stato effettuato grazie anche alla collaborazione dell'azienda Illy.
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