Scappati dal Venezuela per salvarsi: «Aiutateci»

Sabato 16 Febbraio 2019
Scappati dal Venezuela per salvarsi: «Aiutateci»
IL DRAMMA
PORDENONE «Aiutateci, abbiamo bisogno di voi». È il grido di aiuto che arriva dai tanti italo venezuelani che stanno vivendo giorni di terrore nel loro Paese. C'è subito da dire che con la provincia di Pordenone in Venezuela ci sono almeno 2-3 mila persone che han-no legami di sangue. Chi è già riuscito ad andarsene ed è già arrivato qui, come Chiara, Maria e Giuseppe (i nomi sono di fantasia perché hanno paura di eventuali ritorsioni ai loro cari che sono rimasti) sono sempre più preoccupati per le sorti dei familiari che non sono ancora riusciti a lasciare il Paese sudamericano. Sono loro i testimoniai di quanto sta accadendo.
LA STORIA
«Ce ne siamo andati - spiegano i tre che ora vivono in provincia di Pordenone - quando avevamo capito che le cose non sarebbero migliorate. Ora anche quelli che all'epoca ci avevano criticato, famiglie comprese, cercano in tutti i modi di tornare. Siamo figli di emigranti italiani che avevano lasciato l'Italia nei primi anni 50. Oggi noi stiamo dando vita al percorso inverso, non senza difficoltà, perché anche il rientro non è stato facile». Tutti e tre ingegneri, tra i 40 e 48 anni, hanno dato vita a nuove attività, ben lontane dalla propria formazione e specializzazione. Gestiscono piccole attività economiche e cercano di sostenere chi non è riuscito ad andarsene. «La situazione che ci descrivono è molto grave. In pochi giorni - raccontano - sarebbero oltre 900 le persone che sono state fermate e arrestate per le proteste contro il presidente Nicolas Maduro. Ci parlano di gente uccisa e molti sono gli scomparsi di cui non si sa più nulla. Vorremmo spiegare innanzitutto che Juan Guaidò non ha attuato alcun colpo di stato, né si è autoproclamato presidente della Repubblica del Venezuela. Lui è il presidente dell'Assemblea nazionale e se manca il presidente spetta a lui svolgere le mansioni ad interim. Maduro non è più presidente dallo scorso 10 gennaio, giorno in cui è terminato ufficialmente il suo primo mandato. La sua rielezione dell'anno scorso non può essere riconosciuta. Quindi, ufficialmente, in Venezuela non c'era un presidente.
LA SITUAZIONE
«Oggi - spiegano - c'è un grande caos con il rischio di una guerra civile, tanta paura, grandissima povertà e tantissima fame. La popolazione è stremata, mancano cibo e medicine, L'inflazione galoppa. Solo la benzina sinora costava poco. In 20 anni il nostro Venezuela, un Paese ricco dove si viveva bene, si è trasformato in uno degli stati più poveri, dove si è dato il potere ai militari che sfruttano tutto a loro piacimento, distruggendo il Paese. Contrabbandano petrolio verso la Colombia o distruggono la Foresta amazzonica esattamente come avviene sul lato brasiliano. Beppe Grillo ha criticato Bolsonaro, ma dovrebbe guardare anche da questa parte del confine. Stanno speculando anche sui famosi pacchi Clap, i pacchi cibo istituiti per aiutare le famiglie più povere».
C'è una speranza? «Che i militari ascoltino gli appelli di Guaidò e della popolazione. Oggi anche la sinistra contesta Maduro. L'opposizione ai suo regime può contare su forze che superano l'80 per cento. Guaidò ha già fatto aperture ai militari. Se vogliamo evitare il peggio, è il passaggio fondamentale. Così forse anche Maduro si ritirerà».
LE RICHIESTE
Cosa chiedete all'Italia? «Una presa di posizione chiara. Siamo rimasti un po' interdetti dal Governo. Ci saremmo aspettati che l'Italia si unisse a Spagna, Francia e Germania. Soprattutto chiediamo al Governo italiano di velocizzare e ampliare le possibilità di elaborare le pratiche presso i consolati italiani. Ci sono molte domande di italo-venezuelani per naturalizzare i figli e per il riconoscimento della cittadinanza italiana, o per passaporti e molto altro. Gli appuntamenti si possono prendere solo online e ogni giorno vengono accettate solo poche domande, troppo poche in questo momento di difficoltà. Ecco, qui il Governo italiano potrebbe, con poco, fare davvero molto».
Riccardo Saccon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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