Provincia, il ritorno dopo anni di bufere

Sabato 19 Gennaio 2019
NUOVO ENTE
PORDENONE Il ritorno delle Province - sul quale la giunta regionale Fedriga intende accelerare - per Pordenone potrebbe significare il riappropriarsi di un ente praticamente identico a quello che era stato abolito nel 2014 dalla giunta Serracchiani. Un ritorno che il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani saluta con favore: «La mia posizione non è cambiata da quando l'ente è stato abolito: c'è l'assoluta necessità di una istituzione di area vasta eletta dai cittadini che faccia quelle cose sul territorio che la Regione non può e non è in grado di fare perché innaturali rispetto al suo ruolo. Come fa la Regione a occuparsi di sport e di proloco?». Ma la riforma annunciata già si scontra con gli strali delle opposizione. Il Pd, con il capogruppo Sergio Bolzonello che non ha esitato a parlare di l'inutile ritorno di un carrozzone, si dice pronto a chiedere il referendum. E i Cinque Stelle, con il consigliere regionale Mauro Capozzella, hanno già gridato al ritorno di un poltronificio dove sistemare i trombati.
SI RICOMINCIA
Dopo circa quattro anni di polemiche e bufere, prima sull'abolizione dell'ente di largo San Giorgio poi sull'istituzione delle bersagliate Uti, il rischio è che si debba tornare a compiere il percorso a ritroso. Le competenze su scuole, viabilità, trasporti, cultura e ambiente sono state ripartite tra Trieste e le cinque Uti del Friuli occidentale. E non sarà una passeggiata. L'ex personale della Provincia è stato spartito tra Uti e Regione. E anche gli stessi edifici hanno trovato padroni diversi. Con la restaurazione delle Province si dovranno rifare i traslochi al contrario. A essere convinto della bontà del ritorno è il sindaco Ciriani, ultimo presidente eletto (dal 2008 al 20014) dell'ente. «Vedo con favore la proposta di rifondare un ente di area vasta che sia eletto dai cittadini che così possono controllare chi amministra il loro territorio e i loro soldi. L'unico vero baraccone son state le Uti che non hanno portato né efficienza, né risparmi. Sono state un aborto istituzionale e non hanno fatto nulla. Molto più utile un ente elettivo che si occupi delle storiche competenze della Provincia, cioé viabilità, scuole, trasporto e ambiente, ma che possa avere anche dei ruoli innovativi. Si è dimostrato - aggiunge - che le Uti, poco più di fantasmi amministrativi, non sono state in grado di gestire. Legati magari alla cultura o allo sport. O alle politiche del lavoro con i centri per l'impiego che nel Friuli occidentale funzionavano. Oppure - suggerisce il sindaco - può fare da stazione appaltante per i piccoli comuni che non sono in grado. Alcune cose la Regione non può farle: come fa a occuparsi di proloco o di associazione sportive? Meglio che la Regione faccia programmazione su grandi temi come sanità ed economia. Il resto torni pure a essere gestito sui territori con un vero decentramento».
L'ATTACCO
Ciriani non lascia correre le critiche del centrosinistra: «Suona piuttosto strano che l'elezione diretta e democratica sia oggi considerata un vulnus dal centrosinistra che in questi anni ha messo in piedi un sistema amministrativo che obbligava e umiliava i sindaci». E sul paventato aumento dei costi il sindaco taglia corto: «Ma se abbiamo speso centinaia di migliaia di euro per i direttori delle Uti. Non mi pare un argomento, anche perché si possono pensare giunte e consigli come dire sobri». Un consiglio, però, il sindaco pordenonese si sente di darlo ai colleghi di centrodestra della giunta regionale: «Non abbiano fretta. I passaggi su competenze, personale e patrimonio, vanno fatti in modo che la riforma guardi ai prossimi decenni. Deve essere una riforma di lungo respiro, non si commetta l'errore di chi ci ha lasciato i disastri».
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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