Profughi, il Comune difende i vigili

Martedì 25 Aprile 2017
Profughi, il Comune difende i vigili
Dopo le polemiche sul sequestro delle coperte dei richiedenti asilo nell'area del Palazzetto dello sport, sindaco e assessore scendono in campo in difesa dei vigili: Piena approvazione per l'operato della Polizia municipale Stefano Rossi e dei suoi uomini - assicurano il primo cittadino Alessandro Ciriani e l'assessore alla Sicurezza Emanuele Loperfido -: stanno svolgendo il loro compito di far rispettare le regole e di vigilare sulla città, a beneficio di tutti i cittadini. C'è chi lavora per garantire sicurezza e legalità e chi, come Rete solidale, continua a illudere dei disperati e ad alimentare bivacchi a cielo aperto a Pordenone. Se però la polemica con i volontari della Rete solidale non è certo una novità, più complesso è il ruolo della Croce rossa, che in questi giorni ha continuato a distribuire pasti ai richiedenti asilo, come già aveva fatto con regolarità nelle settimane dell'accampamento al Bronx. Una scelta che evidentemente non piace al Comune: E' opportuno - continuano sindaco e assessore - che i pasti vengano somministrati in un luogo a ciò adibito, un punto di distribuzione, non in giro per strada, rischiando in tal modo di legittimare nuove situazioni come quelle del Bronx. Tutti sono tenuti a muoversi nella cornice delle regole stabilite da istituzioni, Prefettura e Comune. Con lo sgombero del Bronx, una cinquantina di persone hanno trovato posto nell'hub, ma sono almeno una quindicina - destinate inevitabilmente ad aumentare con i nuovi arrivi - quelle che ogni notte cercano nuovi luoghi in cui ripararsi: fra i nuovi siti c'era appunto il Palazzetto, già peraltro utilizzato nei mesi scorsi, ma è probabile che gruppi più piccoli trovino rifugio in luoghi più isolati e sottoposti a minore sorveglianza. Di fronte a questo, Marco Salvador (Pordenone 1291) paventa la possibilità di un incremento del numero degli ospiti della caserma Monti, come già ipotizzato ai tempi dell'apertura dell'hub: Situazioni simili in zone vicine a noi come Udine o la provincia di Padova hanno creato gravi tensioni. I Comuni, se opportunamente sostenuti, potrebbero essere un valore aggiunto. E' notizia di pochi giorni fa lo spopolamento delle zone montane e pedemontane: è possibile un modello di accoglienza che metta assieme questa esigenza con chi vuole inserirsi nel nostro tessuto sociale?.
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