Primarie a due, il rebus affluenza

Domenica 30 Aprile 2017
Primarie a due, il rebus affluenza
Sfida ai seggi delle primarie Pd: gli elettori che oggi si recheranno nei trentuno seggi organizzati dal partito nell'intero territorio provinciale potranno scegliere - a differenza che nel resto della regione e del Paese - solo tra due opzioni per indicare il futuro segretario nazionale: Matteo Renzi e Andrea Orlando. Per il terzo candidato, Michele Emiliano, non sono state raccolte le firme necessarie alla presenza nella scheda elettorale.
Sul voto di oggi - i seggi saranno aperti dalle 8 alle 20, si voterà nel seggio più vicino alla residenza e bisognerà essere muniti di documento e certificato elettorale - pende l'incognita della partecipazione. Un'affluenza (nelle ultime primarie del 2013 votarono 11.200 persone) che potrebbe essere influenzata anche da come si è condotta la campagna elettorale interna: i toni sono stati piuttosto bassi. In particolare i renziani non hanno visto arrivare in provincia nessuno dei big vicini a Matteo Renzi: gli esponenti importanti che sono arrivati in regione si sono infatti fermati a Trieste e Udine. Mentre il ministro della Giustizia, Andrea Emiliano ha voluto essere presente a Pordenone. «Mi sarei aspettato - sostiene non senza rammarico il segretario provinciale Giuliano Cescutti - visto il risultato raggiunto nella nostra provincia che Renzi fosse venuto a trovarci. Noi continueremo a metterci tutto il nostro impegno per il risultato».
Ma è proprio sull'affluenza che si concentrano i maggiori timori dei militanti. Il fatto che si è dovuto organizzare la maratona delle primarie in poche settimane. Senza contare che la data di oggi cade nel mezzo di un fine settimana lungo in cui molta gente è fuori. Il voto è aperto anche ai non iscritti. Potranno votare anche i giovani dai 16 ai 18 anni: in provincia se ne sono iscritti sei. Ai seggi, inoltre, saranno anche raccolti i due euro (gli iscritti sono esonerati avendo pagato la tessera) necessari al finanziamento delle primarie. «Si tratta - conclude Cescutti - di un grande momento di democrazia e di trasparenza che nel panorama attuale dei partiti noi siamo gli unici a garantire al Paese. Non è poca cosa per la democrazia».
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